Visualizzazione post con etichetta Recensioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Recensioni. Mostra tutti i post

giovedì 4 novembre 2010

3RD - UNABLE

I 3rd sono una potente realtà italiana, e il loro ultimo album esprime pienamente la loro carica energica e le loro capacità. Tutto il disco è caratterizzato da suoni soffocati e graffianti, affiancati da violente ritmiche. L'introduzione all'ascolto di questo lavoro è affidata a "Unable", seguita da "Nothing.safe", "Mess" e "Something.more.than.nothing", brani contraddistinti dalla carica del sound che la band infonde in essi, pur mostrando un lato leggermente melodico in grado di sfumare l'aggressività. A chiudere l'ascolto troviamo "Deviate.minds" (demo 2001), brano che conferma i 3RD come una band che farà parlare molto di sè nel panorama della musica alternativa italiana.
Tracklist
01 - Unable
02 - Nothing.safe
03 - Mess
04 -Something.more.than.nothing
05 - Deviate.minds_demo 2001
Sito web
www.3rdweb.it
     
Roberta Orlando

ABEL IS DYING - PROMO 2K5

Altamente rabbioso è il suono rappresentato dai Abel is dying, gruppo emergente che presenta un demo di tre brani. In "Dying in your secret" e "Red line", i sei ragazzi dimostrano la propria grinta e violenza sonora con due voci alternate in diversi ruoli, due chitarre taglienti e basso e batteria piuttosto inarrestabili. "My own light" chiude il disco di una band che presenta caratteristiche sonore molto simili ai "The dillinger escape plan" che sicuramente piacerà agli amanti del genere. La band, nonostante abbia buone capacità di sfondare, non riesce a manifestare la propria personalità. Ci auguriamo tutti che presto riescano a staccarsi dai modelli ai quali si ispirano per poter proporre qualcosa di più originale


Tracklist:
01 - Dying in your secret
02 - Red line
03 - My own light

Abel is dying sono:
Paul-voce
Tommy-voce
Pilu-chitarra
Gsus-chitarra
Ale-basso
Pea-batteria
     
Roberta Orlando

ANONIMO FTP - MY DREAMS

Secondo lavoro in studio per i milanesi Anonimo FTP che si presentano questa volta “accompagnati” dalla Midfingers Records . Formazione che vanta all’attivo numerosi concerti con artisti italiani e internazionali (Camerini,Timoria,Giorgio Canali) nonché la partecipazione a vari festival tra cui il Tora! Tora! di Manuel Agnelli dividendo il palcoscenico con nomi quali Max Gazzè,Tre Allegri Ragazzi Morti,Africa Unite,16 Horesepower (U.S.A) per citarne solo alcuni.
Propongono ancora una volta un rock italiano cantautoriale di piacevole fruizione accostandosi ad un noise a tratti sporco e sfumatamente psichedelico nei toni.
Il writing è comunicativo e appassionato in grado di creare un’atmosfera calda, ma sicuramente importante è anche la valenza fonico-sonora della parola, ce ne rendiamo conto ascoltando Vince Merlino,il suo è un cantato intriso di suoni vintage e stile post rock che ben si amalgama con chitarre distorte alla doors o violoncelli volutamente ad effetto scordato, quasi ad indispettire chi ascolta per poi ammiccare allo scherzo; come se li vedessimo strizzarsi un occhiolino d’intesa,l’effetto che ottengono è un nostro sorriso divertito e compiacente.
Canzoni come “Flyin ’ away now”, “My dreams”, “Call me in november “ riescono a entrare nelle nostre stanze e disegnare tutt’intorno il loro mondo, ne vediamo quasi le pareti colorate e sfuocate,una dimensione melodico-rumorosa e ossimorica che a volte ostenta questa asimmetria, a volte la fonde creando un armonioso suono-canzone.
Colpisce il loro approccio serio ma non serioso alla musica, ludico ma non superficiale…come un bambino intento e appassionato al più difficile dei suoi giocattoli preferiti.
 
Tracklist
01. One
02. Match
03. Flyin' Away Now (anyway)
04. My Dreams
05. Heart
06. Call Me In November
07. The Evidence
08. John McHey
09. Brass Vs Guitars
10. Partner
11. Psycho

Anonimo FTP sono:
Enzo Bellavia - Batteria
Vince Merlino - Basso e Voce
Paolo Rondena - Chitarra
Davide Centamore - Chitarra
Lorenzo Parisini - Chitarra
 

Grazia Veronika E.

ARIEMA - L'ALLEGRA DANZA DELLE MOSCHE INTORNO

Al primo ascolto, dopo la quarta traccia mi sono detto… "Porca miseria, è gia finito!!!", sono solo quattro brani, quattro bellissimi brani…
Quelli che mi hanno entusiasmato sono gli Ariema, band fiorentina (se vogliamo dire emergente), attivi dal 1997 nel capoluogo toscano e rivelazione dell'ultimo Giffoni music concept.
Questo demo presenta una mini collezione di brani freschi, molto vari e per questo non identificabili in un genere standard… loro dicono che fanno "rock" un vocabolo che abbraccia tante sfaccettature di un movimento, di una forma d'arte e di espressione.
Le loro canzoni sfoggiano vari colori, dal pop al punk, dal grunge al rock, dalla psichedelia alla new wave dei primi Litfiba.
"Cervello Chimico" ha una chitarra che ricorda "The Edge" degli U2, un brano breve (2:26) ma intenso che esprime l'instabilità delle emozioni nel cervello, la loro composizione naturalmente chimica che sconvolge l'anima. Si passa a "La Padella" un brano molto grunge, nel suo giro di chitarra, vivace e potente, esprime a pieno il suo vigore con la meravigliosa voce di Sara Matteini Chiari, affascinante ed istrionica cantante della band. Peccato che il ritornello ricordi un po' troppo "Lithium" dei compianti Nirvana.
"Ego Invadente" rappresenta uno sfogo, un delirio istantaneo, una confessione di una personalità mutevole dell'artista, di un'anima ribelle, tutto contornato da una splendida base musicale (con giri di chitarra e basso di ispirazione rock e blues) e la grinta della voce di Sara che con rabbia esprime lo stato d'animo che la canzone vuole trasmettere.
Ultimo brano è "Seguo Il Flusso", un brano molto introspettivo, trascinante nella sua melodia di tipo new wave…
Il risultato di questo demo è più che buono, quattro brani che identificano la band nella loro varietà, che ha tutte le carte in regola per sfondare quella barriera invalicabile tra l'underground e la nuova scena rock italiana. Firenze d'altronde è una città che ha donato alla musica rock italiana "stelle" come Litfiba, Diaframma, Luciferme e Interno 17, alcune sono "nane bianche", prossime allo spegnimento, altre, come "giganti rosse" che continuano a bruciare,… credo che in un futuro prossimo dovremmo aggiungerne una a questo firmamento in continua evoluzione… e la chiameremo "Ariema".

TRACKLIST:
1-Cervello Chimico
2-La Padella
3-Ego Invadente
4-Seguo Il Flusso

SITO UFFICIALE:
www.ariema.it
E-MAIL:
info@ariema.it
     
Paolo Landa

B-BLAST - INSIDIOSOASCOLTODELLAMUSICA

Gli italiani B-blast ci presentano un demo di cinque brani intitolato "InsidiosoAscoltoDellaMusica", album caratterizzato da un rock leggero e vario con influenze elettroniche interessanti."Lady plastica" e "Testa" introducono il suono di una band composto da varie sfaccettature prese dal rock e dal metal in chiave introspettivamente melodica. A seguire "L'abitudine di scrivere" e "Un attimo" approfondiscono il loro stile che non mi stupisce. A chiudere il disco ci pensa "I'm complete" in grado di ricordare particolarmente alcuni loro colleghi. Il suono della band però, se analizzato a fondo, risulta disomogeneo, la batteria presenta una buona ritmica e tecnica, il basso non è percepibile all'interno dei brani, le chitarre invece a volte sembrano andare per conto proprio, tutto associato a una voce variabile. Il lavoro è interessante ma sarebbe necessaria, a mio parere, una produzione artistica più accurata.
 
Tracklist
01 - Lady plastica
02 - Testa
03 - L'abitudine di scrivere
04 - Un attimo
05 - I'm complete

     
Roberta Orlando

BABY JANE - BABY JANE

Genere: Rock Noise
Brano Migliore: 400 Colpi
Etichetta: BCF productions

Band lombarda che, nel '97 chiede in prestito il nome alla celebre pellicola degli anni '60, proprio per criticare quel "successo" molte (TROPPE!…) volte "patinato".
I Baby Jane offrono un Rock noise con voce femminile dedito a sfogare quanto più possibile nelle nostre (vostre) dolci orecchiette.
La prima traccia porta il nome di "Tiepidazione", con ottima partenza e cura alle parti vocali, questa traccia era sicuramente la più adatta per dare il via.
I disco prosegue con "400 Colpi", canzone sulla quale il ritornello, che non tarderà ad aggrapparsi con le unghie alla vostra memoria, e gli arrangiamenti svolgono il ruolo principale; …se solo ci fosse un po' meno nasale da parte della cantante…
"Oriente Magnetico", invece non convince per niente: testo troppo contorto, arrangiamenti confusi e molta disattenzione alla sezione ritmica.
Tutto il resto Del CD si fa ascoltare molto piacevolmente, con canzoni più o meno veloci che fanno pensare a una versione più Pop dei Sonic Youth ma che non rinnegano l'amore rivolto alle liriche in stile "Cranberriano".
La produzione è buona, anche se a volte all'interno delle 7 tracce Del CD si sente un po' quel senso di vuoto, quasi come se le canzoni chiedessero all'ascoltatore una chitarra o una voce in più.
In conclusione i Baby Jane non inventano assolutamente niente di nuovo ma con un singolo come "400 Colpi" la strada (per il momento) è tutta in discesa.
Attendiamo notizie!      
Vale

BIOGORA - RESTO IMMOBILE (CD singolo)

Un suono elettronicamente potente da parte dei genovesi Biogora che presentano il cds "Resto immobile", primo singolo estratto e vecchio pezzo riproposto nel demo "We are not made for this life". Due voci sospese tra graffianti melodie si uniscono con precisione a una strumentazione coinvolgente e articolata. Un crossover elettronico dove troviamo un'emotività scandita da stati d'animo attitudinali e capace di emozionare l'ascoltatore.
Questo è sicuramente un gruppo a cui prestare attenzione e sicuramente presto sentiremo parlare di nuovo di loro.



 
Tracklist
01 - Resto immobile
I Biogora sono:
Drooper - voce
Luècs - voce
Keta - basso
Frankie - chitarra
Kekko - batteria 


     
Roberta Orlando

BLOODY MARY - RED/ROSEMADDER

Ed ecco finalmente la tanto promessa e promossa recensione dei due attuali piccoli grandi capolavori dei Bloody Mary.
Un universo di colori che sfumano in nero: questa la prima sensazione che l’ascolto di Red lascia sulla pelle; la voce di Aldebran è come sempre profonda e vellutata, ma non scevra di una forte carica sexy che pochi dei nostri cantanti nostrani possono vantare.
Tecnicamente forse più grezzo del secondo lavoro, ‘Red’ contiene però due veri e propri cammei, “The Second Chance”, dal ritmo pieno, pacatamente concitato e la bellissima cover di “Face To Face” dei Twins, che tanto fu osannata nei favolosi anni ’80 e che viene dai Nostri ripresentata con una forte dose di innovazione e originalità, che pone i BM al di sopra delle solite band che ci propinano quotidianamente solo “esecuzioni” rinominandole poi coraggiosamente cover.

 

Molto più curato dal punto di vista tecnico, dal suono più pulito e dagli arrangiamenti intensificati è il secondo album Rosemadder.
Il titolo ancora una volta è una sfumatura di rosso, che evoca e aderisce perfettamente alle atmosfere dei brani in esso contenuti.
Con questo lavoro i Bloody Mary confermano il nostro intuito sul loro talento: di gothic rock si tratta, certamente non senza autorevoli influenze da parte di gruppi quali Type O Negative o The 69 Eyes, ma il tutto condito alla Bloody Mary: un tocco personale che va aldilà di qualsiasi imitazione e delinea il profilo melodico di questo gruppo.
Tra i brani più interessanti non si può non citare la splendida “Icy Blue”, un perfetto equilibrio tra melodia e testo: le parole sembrano nate insieme alla musica e la voce di Aldebran ne è il perfetto collante.
Sempre molto ritmato ma decisamente più graffiante è il brano “It’s Too Late” (da non perdere il video, che vanta un plot degno di Dario Argento...), cui segue però la dolcissima ballata “Learning To Fly” che spezza i toni hard rock dell’album e addolcisce l’atmosfera.
A chiudere il cd “Before The Rain”, un ritorno a sonorità più forti, quasi a voler porre una firma su questo lavoro degno di nota, che dimostra la capacità della band di sapersi adattare a qualunque tipo di sound, dal più spontaneo goth’n’roll a melodie più dolci e introspettive.
Nel complesso non possiamo che dare un 8 pieno a questi giovani, e augurare loro di proseguire la meritata carriera che hanno intrapreso: li vedremo presto in ogni parte d’ Italia: la Bloody Colonization ha già avuto inizio...
     
Erika Muscarella

BLOODY MARY - BLOOD'n ROLL

Emozione. Finalmente mi è possibile recensire il tanto atteso album d’esordio dei Bloody Mary, band che abbiamo intervistato e notato poco più di un anno fa e che da quel momento non abbiamo mai smesso di seguire passo per passo. E abbiamo fatto bene. Un po’ perché è impossibile non affezionarsi a questi cinque matti scatenati… ma soprattutto perché la loro musica è destinata a entrarvi nelle vene: prende la strada del cuore e da lì si distribuisce in tutto il corpo, e prende forma, diventa un fuoco, quel “blood” che anima i ragazzi stessi, il loro sound e la loro passione per la musica. Questa è una recensione che si scrive da sola, che li amiamo è un dato di fatto. Ma questo debut, successivo ai già conosciuti EP “Red” e “Rosemadder”, contenente due inediti (“I won’t be unfeeling” e “Judas Spite”) attualmente distribuito in UK (etichetta SIXSIXSIX Records di Dave Pybus ex-Cradle of Filth, prodotto da Tim Frazer) è veramente il colpo grosso, il pugno – piacevole - nello stomaco che ci si aspettava dai Bloody Mary. Il pregio di questa band è sempre stato il saper creare atmosfere, momenti di intima connessione con se stessi alternati a flussi di disinibizione totale che costringono a muovere il corpo, ballare senza mai fermarsi, un’eterna danza che la calda e profonda voce di Aldebran controlla, incita, provoca a suo piacimento, da perfetto e inedito Master di Sonorità.
Le due chitarre di LaMountain e Stranger sono un tratto distintivo del sound di questo gruppo: l’una calda, in background, spesso cattiva, a tratti impertinente, l’altra precisa come un tracciato, melodiosa, ipnotica, si rincorrono sui pezzi, si uniscono, si distaccano, dialogano nel vero senso del termine, accompagnando il ritmo della batteria di Jüerghen e il basso-batticuore denso e pulito di LaRouge, ogni volta con un risultato diverso: Pacato e rassicurante in “Learning to Fly”, sensuale in “Icy Blue” (vera e propria firma, segno di riconoscimento, ceralacca con marchio a fuoco di questo passionale gruppo Milanese), letteralmente amplettico in “Judas Spite”, che dimostra essere una preziosa miniatura nell’economia dell’album, per ritmo e significato. Ottima rielaborazione per quanto riguarda i vecchi successi rimasterizzati , come per esempio “the 2nd chance”, cui la nuova versione non toglie nulla alla precedente contenuta in “Red” ma risulta al contrario arricchita di sonorità che l’ avvicinano di più ai pezzi più recenti e all’evoluzione sonora della band.
Una ‘menzione speciale’ va ai testi: la pronuncia di Aldebran non ha praticamente sbavature, le lyrics sono corrette e per nulla scontate e talune espressioni non faticano ad essere introiettate (io stessa mi sono ritrovata a utilizzare inconsciamente frasi come “give you ten coins to steal my ignorance” in alcuni miei stream of consciousness) e utilizzate per la loro estrema icasticità e comunicatività.
Al termine dell’ascolto di questo primo incredibile lavoro cui auguriamo la fortuna che merita, l’unico appunto è riassumibile solo così: “ma come, già finito???”



TRACKLIST:

  1. Icy Blue
  2. Drops
  3. I won't be unfeeling
  4. Cease to Burn
  5. It's too late
  6. Judas spite
  7. The 2nd chance
  8. Learning to fly
  9. Little sister
  10. Before the rain

BLOODY MARY are:
Aldebran – vocal chords
Stranger – guitar
LaMountaine – guitar
LaRouge – bass
Jüerghen - Drums
 

Sito ufficiale:
www.bloody.it
Management:
Kick Agency
Casa Discografica:
Six Six Six Records
 

Erika Muscarella

DAMAGE DONE - THORNS

Breve ma intensa esperienza l’ascolto di questo three tracks work: siamo stati felici di ascoltare finalmente una voce femminile, intensa, graffiata e calda, in un universo di sonorità dure, piacevoli ma prerogativa maschile. Per questo accostamento voce femminile/metal  si potrebbe paragonare la band ai più famosi Evanescence e ai nostrani Lacuna Coil, anche se a parer nostro il confronto non è sinonimo di mancanza di originalità.
Molto coinvolgente la cover di “Home” dei Depeche Mode, contenuta nell’EP.
Un consiglio? Fatevi conoscere di più, c'è bisogno di gruppi come voi.
A questo proposito, chi non vuole lasciarseli scappare avrà modo di sentirli presto Live alla Madeleine Café di Genova. Stay Tuned!


Damage Done are:
Nathalie Giannitrapani - Vocals
Alessandro Palma - guitar
Fabio Garzia - guitar
Helio di Nardo - bass & sampler
Luca Martini - drums

     
Erika Muscarella
Nota 2010: Nathalie Giannitrapani VINCITRICE DI X Factor 2010! Non potevamo non supportarla e votarla, dopo il regalo di averla ascoltata qui a Genova dal vivo, insieme ai Damage Done alla Madeleine Cafè, locale che oggi è mito e purtroppo anche leggenda.

DARK EMPIRE - TRACKS ON THE BLOODY SANDS

Un disco dalle influenze metal ci viene presentato dai Dark Empire che dimostrano le loro capacità compositive in dieci tracce graffianti. A introdurci all'ascolto del disco troviamo le lente note di "Resigned to wait", mentre "Tormentor", "Foggy eternal night" e "Tracks on the bloody sands", quest'ultima dà il titolo all'album, presentano il loro suono heavy composto da assoli di chitarra, voci acute e ritmica rapida. Subito dopo troviamo la melodica "Chaos heart" e la strumentale "Dementia" seguita da "No way to escape" e "Beggars", brani nei quali il gruppo ricorda maggiormente note band come i Nightwish. Ultimi brani dell'album sono "Witness of pain" e un'affascinante "Still waiting" che chiude un disco che definisco abbastanza orecchiabile.
Tracklist
01 - Resigned to wait
02 - Tormentor
03 - Foggy eternal night
04 - Tracks on the bloody sands
05 - Chaos heart
06 - Dementia (instrumental)
07 - No way to escape
08 - Beggars
09 - Witness of pain
10 - Still waiting
I Dark Empire sono:
Jorge Oleas - chitarra
Adrian Oleas - chitarra
Carlos Montes - voce
John Arias - tastiere
Juan Felipe Trivino - basso

Sito web etichetta
www.blumix.net
E-mail etichetta
blumix@blumix.net
     
Roberta Orlando

DEATH DIES - PRODUCT OF HATE

Dietro questo nome si nasconde un trio black metal italiano prodotto dalla BTOD, casa discografica underground genovese.
Il primo impatto con questo cd è decisamente buono, la confezione è molto curata e la copertina sicuramente originale e interessante. Ma spazio alla musica...
Il cd si apre con il brano “Thorazine”, pezzo sicuramente interessante e vario nella struttura. Molto intenso il solo di chitarra armonizzato nella track che prende il nome dal gruppo “Death Dies”, appunto. I nostri tre ci fanno intravedere sprazzi di melodia per poi riportarci nella dimensione brutale tipica del loro sound.
Curiosa la breve track 7 “Blasphemous Invocation”, parlata in italiano con la voce di Samael trattata con un octaver ed effetti d’ambiente. Molto bella “The Circle” con delle azzeccate differenze di dinamiche all’interno del pezzo e addirittura dei cori di voce clean che tendono verso il virtuosismo (non molto black metal però...).
Questo “Product Of Hate” è un album che collocherei nella fascia medio-alta per quanto riguarda il suo genere, a riprova del fatto che, ormai, le piccole case produttrici italiane hanno ben poco da invidiare alle loro sorelle nordiche. Questo disco si fa apprezzare soprattutto per degli spunti che, forse, lo discostano un po’ dall’etichetta black, ma che lo rendono personale e danno alla band un tocco di originalità. Infatti questo lavoro sembra rifarsi ad un certo trash anni ’80 ed in effetti un po’ tutti i brani suonano di chiara ispirazione Slayer-prima-maniera.
Il riff introduttivo di “Hateproduct” sembra preso di peso da un album dei Metallica (emblematica è la citazione sul retro del cd: «Black metal up your ass»…).
Sono interessanti le divagazioni ritmiche presenti in alcuni dei brani presenti nell’album, che potevano essere sfruttate un po’ di più, ma che avrebbero rischiato di appesantire l’ascolto.
In definitiva un buon album, che non fa gridare al miracolo, ma che ci fa ben sperare per il futuro di questa band.
TRACKLIST 1. Thorazine
2. Death Dies
3. Sundown
4. Hateproduct
5. Day Of Doom
6. False Philosophers
7. Blasphemous Invocation
8. Faust 2000
9. Unholy Revenge
10. The Circle
11. Roots Of Chaos
12. Trigger
SITO UFFICIALE:
www.deathdies.cjb.net
     
Marco Motta

DEGRADE - DEGRADE

Demo prodotto nel 2003 degli italiani Degrade, che dopo la ricorstruzione di quattro anni fa si avvicinano alle sonorità nu-metal. Il disco presenta sei canzoni potenti e funzionali, caratterizzate dalle buoni prestazioni alle percussioni di Francesco Fasullo, nuova elemento del gruppo,capace di sprigionare una certa, capace di sprigionare una certa energia con tecniche coinvolgenti, presenti nelle tracce “Enemy” e “Degrade”. La sezione di basso si presenta interessante, soprattutto in “Screma again” dove si dimostra trascinante e ben definito, per poi svanire piano piano durante i pezzi del demo. Luca Rinaldi riesce a maneggiare discretamente le chitarre, variando da suoni distorti e cupi (“Behind”) a violenti fischi e stridoli (come nella già citata “Scream again”) o a calme introduzioni (“Easy”). Stefano Donello, secondo nuovo membro del gruppo, ha un tono vocale roco e forte che dona una maggiore potenza alle composizioni della band, una voce stimabile soprattutto dal vivo. Degni di nota sono i passaggi melodici, ben riusciti in ogni dettaglio, dove si mantiene sempre una parte oscura, presente soprattutto in “Last door”.
Un disco energico e determinato che si presenta molto bene. A quando un album?

Tracklist
01. Scream again
02. Degrade
03. Last door
04. Enemy
05. Behind
06. Easy

I Degrade sono:
Stefano Donello - Voce
Luca Rinaldi – Chitarra
Mauro Piva – Basso
Francesco Rasulo – Batteria

E-mail Degrade
band@degradeband.com
Sito web ufficiale
www.degradeband.com
  Roberta Orlando

DIGITALIS PURPUREA - 19 CELEBRATIONS IN 19 MUTILATIONS

Esordio d’impatto per I Digitalis Purpurea, gruppo industrial di Torino con alle spalle una lunga esperienza live e di studio: attivi dal 2003 vantano due ep “π” (Pi Greco è anche il nickname del cantante del gruppo), “19 Celebrations in 19 Mutilations” che andiamo a recensire, partecipazioni in compilations e split cds, e un album attualmente in lavorazione che vedrà la preziosa partecipazione di Celine, vocalist degli austriaci “Sanguis et Cinis”.
I Digitalis Purpurea hanno scelto, per rappresentare sé stessi, simboli numerici che evocano un certo mistero, e un moniker “velenoso”: la Digitalis Purpurea è una pianta erbacea a forma di ditale (da qui il nome latino “digitale”), che cresce spontaneamente, il cui estratto, completamente inodore e insapore, è letale e uccide in un batter di ciglia.
Un po’ “assassino” bisogna ammettere che lo è, il sound di questo gruppo: certe sfumature sia vocali che melodiche sono del tutto accostabili a quelle dei Marilyn Manson, ma non riducono il lavoro a uno scimmiottamento; pezzi come “_NoT” , “Crittodream e “Coded Feel” si inseriscono perfettamente in un quadro sonoro a tratti misurato e a tratti graffiante, dove i suoni sintetici e ripetitivi che caratterizzano il genere industrial, cugino “oscuro” della musica techno, non appiattiscono la personalità dei brani, ma al contrario la esaltano. I Digitalis Purpurea superano la semplicità ludica che il genere richiede, e ispirano energia, regalano emozione. E a parere nostro qui sta la differenza tra chi fa rumore, e chi fa musica. Bravi.
 
Erika Muscarella

DILAILA - AMORE+PSICHE

Etichetta: Eko Music

Sono già dei piccoli divi i milanesi Dilaila, almeno per quanto riguarda le apparizioni in TV: hanno partecipato al Roxie Bar (ve lo ricordate?...), vincendolo e a SuperSonic, uno dei rarissimi programmi decenti in onda su MTV.
Ma questi cinque ragazzi, al contrario di ciò che si pensa, sono arrivati al debutto con sudore e tanta attesa, prova ne è il disco prodotto (e mai pubblicato...) dalla BMG. Infine, saggi e pazienti hanno deciso di firmare per una indie.
L’album si presenta con dodici canzoni legate fra di loro da un solido concetto di vita, questo particolare porta “Amore+Psiche” a poter esser senza problemi considerato un concept album.
Ma parliamo di musica.
Si accende il lettore e la prima cosa che salta in mente sono i Radiohead, innegabile: in “22 Dicembre” la cantante (ovvero Dilaila), si trasforma nella clone femminile di Mr.Tom.
Passando poi alla seconda canzone, invece non si urla Radiohead ma Beatles, verrebbe da pensare ad una scarsissima dose di personalità, già per il primo ascolto... poi ci si accorge che i Dilaila hanno la loro bella personalità e canzoni come “Interiorità”, “Mali” e “Un Sogno Per Caso” non faticano a dimostrarlo.
Si conclude con “Goodbye”, in altre parole una canzone che ogni gruppo Pop italiano si sognerebbe di fare.
Per poi concludere definitivamente con “23 Dicembre”, che spazza via ogni dubbio riguardante al concept-album.
Sono Pop, delicati e malinconici. D’altronde di gruppi esaltati, al giorno d’oggi ce ne sono a volontà, quindi, ricordatevi che un sussurro può essere molto più terrorizzante ed estremo di un urlo. Straconsigliati.

TRACKLIST
1. 22 Dicembre
2. Quadro Surreale
3. Dolce Illusione
4. Pensiero Zero
5. Un Sogno Per Caso
6. Interiorità
7. Cuore A Pois
8. Cinque Minuti
9. Mali
10. (strumentale)
11. Goodbye
12. 23 Dicembre

SITO UFFICIALE:
www.dilaila.it
     
Vale

DIVA SCARLET - APPARENZE

Ed. Mescal - 2004
Quattro leonesse bolognesi, quattro ragazze pronte a rinnovare la scena rock italiana.
Sono le DIVA SCARLET, formazione tutta al femminile, nuova promessa del rock nostrano prodotte dalla Mescal. “Apparenze”, il loro primo lp, contiene dodici brani ed è stato registrato presso lo studio Bunker di Rubiera con la collaborazione di Graziano Cernoia e Arcangelo "Kaba" Cavazzuti.
Una produzione accurata, interessante da esplorare in ogni suo piccolo particolare, sia negli arrangiamenti che nelle liriche, un album d’esordio che non va sottovalutato, d’altronde lo rivela pure il titolo:“Apparenze”. Infatti tutti sappiamo che da una band emergente non ci si aspetta un buon disco, ma l’apparenza inganna e ci si può trovare di fronte a dodici brani che non hanno da invidiare a grandi produzioni nazionali.
Le quattro ragazze hanno molta esperienza alle spalle, da circa sette anni la band è attiva e da allora hanno partecipato a manifestazioni molto importanti come l’Independent Days Festival del 2001, dove hanno affiancato artisti molto importanti.
Sarah ha una voce sensuale che dona ad ogni brano dell’album forti emozioni all’ascoltatore,e Cecilia,Camilla e Marianka riescono a fornire un ottimo contorno musicale a questa dote vocale.
Il contenuto del loro disco d’esordio è scuro, si può notare nei testi (e anche nella musica) una sorta di denuncia di un male di vivere odierno, nascosto nell’analisi introspettiva dell’anima, in preda a continui spasmi di rivelazioni di dolori e angosce, che caratterizzano esperienze personali nella loro individualità.
Le tracce presenti sono di impronta rock classica, soprattutto di tipo “emiliano-romagnola”(regione che ha dato i natali ai più grandi rockers italialiani), brani come, “Lucida veglia”, “Come se nulla fosse”, “Imparerò” e “Soluzioni provvisorie” sono forse i migliori, anche se alla fine non sempre si riesce a dare un giudizio definitivo e complessivo a un elaborato come questo.
Secondo la mia opinione queste ragazze sono veramente in gamba, ci aspettiamo molto dalla loro futura attività, sono delle ottime promesse e sicuramente non potranno deludere le nostre aspettative. Per ora ci godiamo l’ascolto di “Apparenze”, poi vedremo…

TRACKLIST:
1. Lucida veglia
2.Come se nulla fosse
3.Imparerò
4.Vuoi
5.Anna
6.Cuore nel gelo
7.Isaia 15-18
8.Doppia identità
9.Apparenze
10.Soluzioni provvisorie
11.Emozione statica
12.Ho scelto un altro destino
Diva Scarlet sono:
· Sarah Fornito (voce e chitarra)
· Cecilia Bernardi (chitarra)
· Camilla Boschieri (basso)
· Marianka Campisi (batteria)

Sito web ufficiale
www.divascarlet.it
   
 
Paolo Landa

FORZA ELETTROMOTRICE - SORSI DI NUVOLE

"Sorsi Di Nuvole" è il titolo dell'album di esordio del gruppo ferrarese FEM. Un disco interessante, un po' particolare, fresco e "fisarmonico"… Ebbene sì… Fisarmonico, in quanto la protagonista dell'album è proprio la fisarmonica. Il genere nel quale si possono identificare può essere definito come "Rock fisarmonico".
Un album sospeso tra il delirio interiore di una coscienza, un elaborata ricerca introspettiva dell'anima e un riscatto dell'uomo dal contesto sociale odierno…
Nel complesso il disco presenta liriche molto profonde, in sé è molto fresco, provoca una sinestesia dei sensi che porta l'ascoltatore a spaziare con i pensieri nei meandri della mente, per estrapolare dolci ricordi, profumati da una bellissima fragranza autunnale o primaverile, che sa di castagne o di prati in fiore.
"Sorsi Di Nuvole" ricorda gli Estra dell'EP "Signor Jones", dove la poesia si mischia alla musica, lasciando note che come gocce scendono da un bicchiere di buon vino, appena gustato con il migliore amico.
La musica presente in questo stupendo cd inebria l'anima, il suono della fisarmonica, unita alle sonorità classiche del rock, dà alla composizione del gruppo ferrarese una grande qualità importante per tutte le canzoni: essere semplici e dirette, rare e orecchiabili.
I testi sono molto profondi, poetici... lasciano un senso di leggerezza, di liberazione.
"L'Atmosfera Della Vita" è un testo che merita di essere esaminato, rappresenta forse un lucido delirio dell'autore, un rendiconto della vita di tutti i giorni e sull'assurdità di alcune cose, un ricordo forse di un sogno. "Per Qualcosa O Poco Più" è un grido d'amore, negato o finito, di un amore che lascia con la gola secca e la voce strozzata.
"Tango" rapisce la mente e la bellissima "Canzone Di Naufrago" porta alla deriva dell'anima nella riflessione. "Il Vino" ha un base di chitarra che si unisce alla fisarmonica, creando un suono unico, uniforme ma allo stesso tempo eterogeneo.
Consiglio: ascoltatelo in quelle sere fredde d'autunno, in compagnia di amici in un pub fuori città, nella campagna, con del buon vino.

TRACKLIST:
1-La Giostra
2-Il Volo
3-La Leggerezza Delle Cose
4-Tango
5-Il Vino
6-Il Ballo Del Giorno
7-L'Atmosfera Della Vita
8-La Vecchia E Il Cane
9-Per Qualcosa O Poco Più
10-Canzone Di Naufrago

SITO UFFICIALE:
www.forzaelettromotrice.it
   
 
Paolo Landa

GRANDE CIRCO BARNUM - IN EQUILIBRIO

Genere: Rock Noise
Brano Migliore: L'Equilibrio
Etichetta: auto produzione

Nati dall'incontro fra un cantante testardo, quattro cavernicoli e una fatina dedita alla ricerca della pozione di eterna giovinezza, i "Grande Circo Barnum" (il nome la dice lunga sull'attitudine Del gruppo) propongono con questo loro primo Ep autoprodotto, un rock noise influenzato dai più svariati gruppi underground italiani, qualche nome?… CCCP, CSI, Afterhours, i Marlene Kuntz di "Catartica" e molti atri.
Tocca a "L'Equilibrio" l'arduo compito di aprire l'EP e lo fa nel migliore dei modi: partenza veloce, buon tessuto di chitarre, pochi fronzoli e soprattutto un testo talmente bello che sento il bisogno di citarvene per lo meno una strofa:
…"È meglio imparare a chiamar guerra l'equilibrio dell'impero.
È meglio che si impari che la merda ha un colore, una bandiera."…
A parere Del sottoscritto questo pezzo merita per lo meno l'ascolto delle nostre orecchie.
L'ep prosegue con "l'aria" una canzone alla quale si poteva prestare un po' più di attenzione agli arrangiamenti, bello ma non coinvolgente come il primo.
Il gruppo cade nella noia e in quella fastidiosa sensazione di "dejavù" in canzoni come "Bene Universale" e "Gelido": linee melodiche confuse e non molta cura per quanto riguarda la sezione ritmica.
Un pezzo come "Techno Muove", invece mi ha stupito, è proprio qui che il gruppo tira fuori il meglio di sé con una capacità compositiva non indifferente e con dei cori (curati da Mapi ), veramente molto coinvolgenti.
In conclusione questo è esattamente ciò che le mie orecchie hanno potuto ascoltare: un buon Rock con delle forti influenze Noise che sembra prender spunto da gruppi come "Sonic Youth" ma che non disdegna l'ispirazione rivolta a una primissima Carmen Consoli.
Conclusioni?… Beh, db (voce e chitarra) dovrebbe secondo me ispirarsi di meno al Mr. Godano dei vecchi tempi; Mapi è un ottima "arma" che il gruppo ha a disposizione ma che usa ingenuamente soprattutto in canzoni come "Gelido" e "Bene universale"; la sezione ritmica, tolte le più che comprensibili sbavature non eccelle ma convince quanto basta; infine le chitarre, sono pungenti e "rumorose" al punto giusto in tutti i pezzi … se "solo" ci fosse un occhio in più di riguardo per gli arrangiamenti…
Dunque non molta forma ma veramente tanta sostanza… Vi sembra poco?
Attendiamo notizie!

I GRANDE CIRCO BARNUM sono:
db - voce e chitarra acustica
Mapi - voce e cori
Lk - chitarra elettrica
Xavier - chitarra elettrica
Doc. g - basso
Betto - batteria
A. Pollone - mixer, registrazioni e missaggi    

 
Vale

NO ONE KNOWS…WHAT THERE’S BEHIND

Un conto alla rovescia non da scampo alla proiezione dell’ultimo lavoro degli Hapax, dandoci il benvenuto in un disco nitido e ben elaborato. Piccole presenze elettroniche introducono due voci di buona sintonia che si dividono in parti roche e soffocate con melodiche sfumature e non solo (“Drawing the line”, “Live dead”, “Don’t live the life alone”). Curiose ritmiche alla batteria, caratterizzate da scosse più o meno potenti,presenti nei brani “The way of life” e ”Save yourself”, e una chitarra che si dimostra versatile nelle varie canzoni, passando da tratti melodici (“Nothin 4 nothing” e “Good for you”) ad altri decisamente forti e distorti (“V.I.R.U.S.”), ad assoli interessanti e accattivanti (“The moment”). I brani sono caratterizzati dal suono del basso che riesce a proiettare i propri colpi in profondità, specialmente in “I need” e “I’m afraid”. Dodici canzoni tra il crossover e il metal che narrano l’oscurità nella quale la band trae ispirazione che “No one knows what there’s behind” descrive in modo chiaro e conciso.

Roberta Orlando
E’ difficile riuscire a definire il genere musicale a cui appartiene questa band di pazzi bolognesi.
A loro dire e concordo, l’ispirazione parte dal metal, con forti influenze soprattutto nu-metal, simil Limp Bizkit (vedi anche la chiara citazione nella maschera alla Wes di Marty, il chitarrista), rock e cenni al punk. Il risultato è decisamente buono, orecchiabile, non si direbbe che sono i soliti italiani convinti di saperci fare, ma alla fine l’unica cosa che spaccano sono i timpani!
Ovvio, non sono tutte rose e fiori ed io non sono Suor Germana. I testi, per esempio, presentano qualche lacuna sia grammaticale (la maestrina che c’è in me scalpita, non me ne vogliate) sia per i contenuti poco incisivi. Tuttavia, credo che esprimersi in una lingua che non sia la propria abbia soprattutto in questo i suoi svantaggi. L’album è, però, ben bilanciato dalle melodie e dalle voci dei due cantanti e decisamente bravi i musicisti. I brani che a mio parere spiccano sono V.I.R.U.S., Don’t live your life alone e la melodica Nothing for nothing, ovvero quelli i cui ritornelli ti restano nella testa e ti ronzano durante la giornata.
Ho avuto modo di ascoltare il gruppo live e devo dire che il cd non rende loro merito. E’ proprio il caso in cui il live esalta il gruppo, mentre lo studio di registrazione reprime, comprime e deprime. Inoltre, sono ragazzi umili e simpatici, dote rara nelle band anche perché musicalmente, gli Hapax, dal vivo possono davvero “tirarsela” un po’ (non voglio esagerare).
Credo che il prossimo cd sarà meglio curato, graficamente e non solo. D’altro canto se non si inizia in qualche modo, per tentativi ed errori, non si va mai da nessuna parte; nessuno azzecca tutto al primo colpo!
La promozione da parte mia c’è in pieno. Un po’ più di “voi” e ci siete!
          
Sara Capoferri
Tracklist
01. Intro
02. I need
03. V.I.R.U.S.
04. The way of life
05. Drawing the line
06. Nothing 4 nothing
07. Live dead
08. The moment
09. Don’t live the life alone
10. Good for you
11. I’m afraid
12. Save yourself

IMAGIN'ARIA - TELA BIANCA (CD singolo)

Genere: rock/new wave
Etichetta: Xrecords
Durata: 4.09
Questo gruppo esordisce per la giovane X records. “Tela Bianca” è un buon singolo che mette in evidenza la bravura della band a scrivere testi interessanti e a creare un sound abbastanza originale. La musica degli Imaginaria può ricordare gli Scisma o la parte più sperimantale dei Timoria.
Le chitarre sono buone, la registrazione è a dir poco eccellente, peccato che la voce non sia delle più convincenti e che a volte risulti un po’ ruffiana, esplorando strade già consumate da tempo. Sembra quasi che si sforzi a trovare una linea melodica radiofonica, dimenticando quello che per il gruppo potrebbe essere l’ingrediente vincente: la grinta.
Le capacità ci sono, il prodotto è buono e i ragazzi saranno sicuramente abbastanza caparbi da far arrivare questo singolo dove meglio credono. Con il duro lavoro e la maturità che ne conseguirà potrebbero diventare davvero una buona band. Lasciamoli crescere e aspettiamo….
TrackList
1. Tela Bianca

Sito web band
www.imagin-aria.com
     
Vale