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sabato 6 novembre 2010

Bloody Mary

27/12/2003
Vi avevamo promesso di dare voce al gothic rock in persona, di lasciare che la musica parlasse da sola… Vi abbiamo accontentati! In questa giornata solare e invernale abbiamo incontrato i Bloody Mary nella Milano sconosciuta ai più, quella di periferia, dove il fermento musicale non cessa mai e produce talenti sempre nuovi.
Ci si sente subito a proprio agio con questi cinque ragazzi, che dimostrano un affiatamento che va oltre l’amicizia e riescono subito a farti sentire di casa: la loro allegria è un vortice cui non si puo’ sfuggire… la parola d’ordine è “have fun” e con loro in giro il divertimento è davvero assicurato.
Io e il mio collega Paolo Landa ci siamo tuffati senza timore nel loro mood e li abbiamo seguiti come sotto incantesimo, novelli Pifferai Magici, acoompagnati dai capaci manager della Blasted Agency, Christian Lezzi e Daniela Ardigò, silenziosi e attenti bodyguard del loro talento.
Ciò che segue è il risultato di questo profondo scambio di “blood” come direbbero i ragazzi, di energia, passione, adrenalina.

[Una nota: tutto ciò che è definito “bloody” è da intendersi nel senso slang americano del termine, “fottuto”, dannato!]
Ciao ragazzi, finalmente inizia la tanto sospirata intervista… Vi abbiamo notati in giro per la rete grazie alla vostra immagine molto originale e accattivante (Aldebran al concerto tenutosi al Transilvania Live aveva un estintore appeso alla cintura... n.d.r.), ma solo dopo aver sentito le vostre canzoni ci siamo guardati e abbiamo detto: DEVONO ESSERE NOSTRI! Io e Paolo abbiamo con questa intervista una grossa responsabilità, quella di presentarvi al pubblico che non ha ancora avuto la fortuna di conoscervi… domanda di rito dunque, per cominciare: Come sono nati i Bloody Mary?
Ale: I BM sono nati da una formazione primaria che consiste nel sottoscritto e Marco (bassista)… avevamo intenzione di mettere su un gruppo e abbiamo cominciato a suonare insieme. Dopo si sono aggiunti gli altri. La cosa buffa è piuttosto come abbiamo incontrato Aldebran (sì è proprio il suo nome, e attenzione a non confonderlo con Aldebaràn: ci tiene a specificare che “Aldebran” è un nome celtico!) stava suonando la chitarra seduto nei pressi della chiesa di S.Eustorgio, ci interessava e siamo andati a parlargli di musica, visto che eravamo tutti strumentisti e stavamo cercando un cantante. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere e lui ci ha chiesto dove suonavamo… La nostra saletta si trovava al Jungle Sound. Ci andavamo due volte a settimana… e la prima volta che è venuto Aldebran ci ha lasciato senza parole: è entrato senza salutare ed è andato direttamente al mixer dicendo: “ora fatemi sentire!!”. Abbiamo improvvisato un pezzo e dopo uno o due minuti abbiamo trovato una strofa adatta da suonare per i nostri brani.
Amore a prima vista allora!!
Ale: Aldebran è una delle persone più particolari che ho conosciuto nella mia vita, suonava per strada o con il suo precedente gruppo... sì è stata subito alchimia.
Da quali generi musicali sentite di essere maggiormente influenzati?
Marco: Siamo nati con un’impronta molto Hard Rock, ma non solo. Il pezzo "Face To Face" (Cover dei Twins, eccezionale! n.d.r.) ci piaceva fatto tutto con le chitarre… ognuno di noi ha un diverso background, anche se il gruppo ha definitivamente assunto un’impronta molto gothic rock… ma non è tutto.
Siete molto gotici anche visivamente!… e certamente originali, non capita tutti i giorni di inciampare in gruppi con un’immagine così curata… siete molto d’impatto!
Ale, Marco: Aldebran stupisce per come si veste, infatti è capitato più volte di vederlo salire sul palco con abbigliamenti assurdi. Gli piace molto improvvisare e fino all’ultimo momento neanche noi sappiamo come si presenterà. Se non è l’abbigliamento è il comportamento: fa cose pazzesche, come quella volta che andò a cantare sotto la gonna di una ragazza, oppure quella volta che avevamo suonato l’ultimo brano sul palco con tutte le persone che erano lì a sentirci! È stato molto emozionante!
Voi dite che non inseguite il successo… Ma curare così accuratamente il vostro aspetto e la vostra musica, prima o poi porterà il successo da voi, ci avete mai pensato?
Marco: La differenza sta nel fatto che il successo non lo vediamo come una meta, ma come un mezzo per raggiungere più persone possibile, riuscire a fare scaturire sentimenti nel maggior numero di persone possibili, se accade allora siamo felici, perché ci ascoltano, perché la musica è sentimento. Spesso regaliamo i cd ai concerti perché i demo non sono prodotti finiti, lo consideriamo un campione gratuito. Siamo riusciti a distribuire 700 cd, il che vuol dire che almeno 1000 persone lo hanno ascoltato e abbiamo suscitato in loro delle emozioni. Contiamo molto sull’impatto live, perché è aggressivo e perché ci vediamo meglio sul palco…
Voi siete un gruppo già “confezionato” per la produzione, sia per la qualità della registrazione che per i video e le foto, sono professionali, da lancio discografico! … chi vi aiuta in tutto questo?
Aldebran: Nella nostra ottica vogliamo creare una sorta di circolo artistico dove tutte le persone mettono a disposizione il loro talento. Abbiamo tra i collaboratori Gianluca Fabbrini, un direttore teatrale, è lui che dirige i nostri video e Lazarus Walking Studio si occupa delle foto… siamo stati fortunati a incontrare queste persone, sono completamente nella nostra ottica e al tempo stesso propositive, fanno cose eccezionali. Cerchiamo sempre persone che possano creare un’atmosfera particolare, diciamo uno stato mentale, il feeling, il mood, il “blood” come lo intendiamo noi, per farli entrare a fare parte di una famiglia, dove nessuno ti giudica per le tue idee. Il pubblico ha una grande importanza per noi e ognuno di noi ha un suo compito: creare una festa, calore e atmosfere. Alla fine del concerto tutti ci ringraziano (compresi i gestori del locale)… Il nostro sogno è quello di creare una carovana stile circo americano di primo novecento girare per molti mesi coinvolgendo tutti quelli che incontriamo e alla fine fare un mese di vacanza! E’ un rapporto molto stretto quello col pubblico, fatto di emozioni, per questo i nostri fans sono chiamati “Bloody People”. Sono loro che ci danno adrenalina.
“Sangue” come energia interiore, dunque. Sembra che siate riusciti a creare una certa atmosfera, dal momento che il vostro sito emana un particolare calore … è impossibile non sentirsi a casa, viene voglia di passare a trovarvi! Vi capita anche con i gruppi con cui suonate?
Marco: È molto bello, si crea subito atmosfera! Per esempio siamo molto amici dei My Sixth Shadow… la serata in cui abbiamo suonato insieme ha preso il nome di Bloody Shadow night: abbiamo una sorta di comunione con l’obiettivo di creare una fratellanza con le band che suonano con noi, collaboriamo e non siamo in competizione.
Nei vostri video, soprattutto “It’s Too Late”, c’è una forte componente sensuale, siete caricati dalla tensione sessuale… quanto è importante il sesso nel vostro modo di fare musica?
Aldebran: Siamo per l’amore libero, siamo come i Bonobo, hahaha (Scimmie che fanno troppo sesso… sia eterosessuale che omosessuale n.d.r.)!!.
BM: Hahahaha ad Aldebran piace mettere a disagio i manager…! “It’s Too Late” è stato il nostro primo video, è stato molto di effetto e sperimentale, fatto principalmente con i nostri soldi. Il regista ha fatto tutto il lavoro gratis. Abbiamo cercato di creare un’associazione mentale tra coltello e delitti… chi lo possiede viene colto dall’impulso di uccidere. Le gocce di sangue provocano lo stesso effetto che di solito hanno sui vampiri… Una sorta di racconto del coltello assassino. Volevamo che uscisse fuori in nostro modo di porci in maniera sensuale ma non volgare… Ci eccita la sensualità… tutta la nostra vita è fatta di sensualità, penso che un video sia come un documentario, stimola la mente e vorremmo che la nostra musica potesse fare altrettanto… in ogni singolo gesto. E poi il binomio sesso-sangue è un classico!
Lo dite a una che adora le storie di Vampiri… bene, qualche domanda anche al managent non puo’ mancare, siete voi i “bodyguard spirituali” (i bloodyguard!!) di questi magnifici ragazzi… Ma come e quando è nata la Blasted Agency?
Chris: Nel 98 ho cominciato con gli Exile, il mio è un modo molto emotivo e sentimentale di lavorare… ho collaborato con i NAUGHTY WHISPER… Nell’ultimo anno è subentrata Daniela a gestire il management internazionale. Con i Bloody Mary la collaborazione è nata il 10 Maggio 2003, attualmente io e Daniela gestiamo anche i DECADENCE e SOULTAKERS… (ottimi peraltro, n.d.r.) Riteniamo che sia difficile fare il manager, perché è molto difficile dare credibilità ai big del settore… ci fanno proposte gruppi stranieri. E i personaggi storici del panorama musicale continuano a chiedere sempre gruppi noti.
Dove avete conosciuto i Bloody Mary? È stata magia come con Aldebran?
È colpa di Daniela! È stato alla fine di aprile al Rainbow di Milano. Hanno iniziato a suonare e a fine concerto si sono eclissati senza dire chi cavolo fossero (neanche il nome della band). Così Daniela ha cominciato a cercare sul sito del Rainbow ma senza trovare informazioni. È stato molto difficile cercare il sito web della band, così si è messa a chiedere nei forum di tutti i siti dark quale fosse il gruppo che aveva suonato al Rainbow e il loro website,… Poi li abbiamo incontrati al Dark Day e lì è iniziata la collaborazione! La filosofia della Blasted è che non cerca band, ma si innamora delle band!!
Ci sentiamo solidali, anche noi ci siamo innamorati a prima vista dei Bloody Mary! Capito pubblico? Provateli…!
Un ultima domanda: è molto difficile organizzare il booking per le band emergenti?
Ci sono tantissime difficoltà per i gruppi che non hanno un nome (piccole o grandi) e tutto dipende da quante persone porteranno al concerto… Devo dire che i Bloody Mary riescono sempre a coinvolgere molta gente,… addirittura si muovono dal Sud per venire a sentirli, sono molto amati…!
Grazie Christian, grazie Daniela e soprattutto grazie ai Bloody Mary…
Noi scommettiamo che si parlerà molto di voi! Vi teniamo d’occhio e consigliamo al pubblico di non perdere la loro esibizione… prima di tutto perché perdereste un’esperienza unica… e poi potreste trovarvi davanti Aldebran vestito di solo Cellophan!! Stay tuned, presto online la recensione di “Red” e “Rosemadder”!





I Bloody Mary sono:
Aldebran
– vocals
Alessandro Stranieri – chitarra
Marco Russo – basso
Simone Montagnani – chitarra
Giorgio Costa – batteria



Official Websites:
http://www.bloody.it
mary@bloody.it
blastedagency@box.it






 
Erika Muscarella
Foto: Paolo Landa

Guilty Method

A pochi giorni dall'uscita del Vostro primo album (il 7/11/2003) Vi sentite pienamente realizzati come band nu-metal oppure manca ancora qualche tassello del mosaico a questo punto della vostra carriera?
Speriamo di riuscire a viverci con la nostra musica!! Per ora guadagnamo facendo altro nella Vita!! Siamo ancora alla partenza, non abbiamo ancora messo in moto e dobbiamo cominciare un lungo viaggio. Scherzi a parte, pensiamo di non doverci mai considerare soddisfatti, in quanto bisogna essere sempre in cerca di una crescita artistica, di arricchirsi di volta in volta, migliorando se stessi senza porsi limiti.
Qual è il motivo per il quale avete deciso di produrre brani sia in lingua italiana che in lingua inglese?
Il disco ha solo un brano in lingua italiana (e peraltro il ritornello è in lingua inglese.), anche nel nuovo materiale avevamo un brano in italiano… lo facciamo per non perdere la nostra identità di italiani, e sogniamo di poter varcare i confini per poter far conoscere la nostra musica ed evitare di veder etichettata la musica italiana con i soliti nomi: Nek, Ramazzotti, Pausini, Pupo (… e qui si ride e scherza su una performance di una canzone di Pupo fatta dal cantante Mario).
Per il vostro tour Vi spingerete oltre la capitale verso il mezzogiorno dove non siete conosciuti e in pochi ascoltano il genere nu-metal?
Non è facile andare a suonare nel mezzogiorno, quest'anno ad esempio abbiamo suonato a Gioia Tauro, ma ci sono alla radice una serie di problemi di organizzazione, è difficile che la richiesta parta dal locale che dovrà ospitarti per suonare. C'è da dire una cosa in particolare del Sud: sono molto voraci, hanno una grande voglia di ascoltare musica, sono molto ricettivi.
Questo è vero, il Sud è molto ricettivo e anche molto creativo… Purtroppo però finché la musica sarà considerata un bene di lusso e non un prodotto culturale in Italia le cose andranno molto male in questo settore…
Purtroppo concordiamo. È così in qualsiasi parte del nostro Paese… un caso eccezionale lo ha però rappresentato la città di Ravenna dove abbiamo suonato in un museo, in cui valorizzavano la musica come forma d'arte e non come fenomeno semplicemente commerciale… anziché concerto avevano scritto nella locandina "Mostra Sonora dei Guilty Method"… Peccato l'abbiano chiusa! (e te pareva… N.d.R.) Noi in genere prediligiamo i locali, i clubs dove suonare, anche perché c'è un contatto diretto con il pubblico, inoltre riusciamo a farci conoscere meglio.
Come band siete molto originali, soprattutto nelle sonorità (ad esempio usate uno strumento molto particolare: il violino), presentate un mix di stili che fondendosi creano un suono innovativo. Quali sono le vostre band di maggiore ispirazione?
... il nostro sound è nato piano piano, sperimentando sempre e cercando di creare sempre qualcosa di nuovo. Ad esempio l'ingresso del violino nei GM è avvenuto da poco tempo, tutto è avvenuto per gioco, e all'inizio l'avevamo inserito solo in due brani, mentre poi ci siamo accorti che il violino caratterizzava molto il nostro sound, così abbiamo inserito Roberto nella band (... ci hanno raccontato scherzando che si sono incontrati in metropolitana e Roberto suonava per guadagnare qualche spicciolo, ma scherzi a parte è un elemento polivalente…). È difficile indicare i gruppi che più ci hanno ispirato, ascoltiamo di tutto, potrei citarne alcuni quali Tool, Deftones, Incubus. Molti gruppi si circondano della stessa musica che vogliono fare e spesso eseguono la stessa musica che li ha ispirati, diciamo che spesso sono la fotocopia di qualche originale, ma sappiamo tutti che l'originale è sempre meglio della fotocopia... si può prendere per analogia quando si cerca di imitare gli svizzeri nella qualità del cioccolato, prodotto che li ha distinti nel mondo, oltre agli orologi. Ascoltare musica di genere diversi ti aiuta a creare un tuo sound e ad abbattere le barriere che si crea chi ascolta limitatamente alcuni generi, serve principalmente per distinguersi e produrre qualcosa di nuovo.
Qual è l'album che vi ha noviziato al genere nu-metal o al rock?
Ruggio: ... And Justice For All - Metallica
Pandoro: Powerslave - Iron Maiden; Metalhelth - Quiet Rioth
Sem: In The Court Of The Crimson King - King Crimson
Mario: Nevermind - Nirvana; Appetite For Destruction - Guns'n Roses
Roberto: Greatest Hits - Led Zeppelin
Cosa ne pensate degli showcase che propone la Fnac per promuovere i nuovi lavori delle band?
Fichissiiiiiiiimo... una bella idea, speriamo di fare tutte le Fnac d'Italia… (e Pandoro dice che è stato anche l'unico modo per suonare in alcune città come Genova… belin!!). La Fnac è stato anche un modo per suonare in un modo diverso da quello che di solito facciamo, infatti, presentiamo i nostri brani in una session acustica, rivisitandoli in una chiave meno metallara… ed oltretutto abbiamo trovato il DVD dei Goonies!!!
Questa domanda la stiamo facendo a tutti coloro che intervistiamo: quale consiglio o tecnica speciale dareste alle band emergenti per conseguire gli obiettivi da Voi raggiunti?
Andare avanti e non fermarsi mai di fronte ad ogni ostacolo, affrontarlo. Bisogna essere anche un po' fortunati a fare parte di una compilation. Noi abbiamo avuto la fortuna di essere stati inseriti all'interno della compilation di RADIO LUPO SOLITARIO nel 2001, dove erano presenti band molto note quali Africa Unite, 99 Posse, Linea 77, Subsonica ed Articolo 31. Dopo questo siamo stati contattati dalla About-Rock con la quale tuttora abbiamo il contratto discografico. È stata proprio la compilation a farci conoscere ai produttori discografici e soprattutto alle persone, perché nelle compilation vieni sentito anche se non ti conoscono.
Grazie ragazzi, è stata l'intervista più bella che ci sia mai capitata! Siete grandi, e non possiamo che lanciare un messaggio positivo al pubblico di News On Stage… Vale veramente la pena sentirli, soprattutto dal vivo!!

 

Paolo Landa
Foto: Erika Muscarella

Justinedusk

Intervista ai JUSTINEDUSK del 29/11/2003 @FNAC Genova


Eccomi con i Justinedusk, band toscana di recente formazione.

Il loro genere è Crossover e lo fanno veramente bene… si sono esibiti questo pomeriggio alla Fnac di Genova e ci hanno concesso un’intervista.
L’abbiamo fatta a tre voci, io (Paolo Landa), Erika Muscarella (Responsabile del sito) e Francesco Filippone (nostro Talent scout della Liguria).


Ragazzi, perché proprio il nome “JUSTINEDUSK”?
Perché si può scomporre in “Just in dusk” e “dusk” è quel momento appena prima del crepuscolo, un momento molto importante, che fa riflettere, meditare, un momento ispiratore e romantico.
… e la “Justine” in “JUSTINEDUSK”?
Diciamo pure che è la nostra Musa ispiratrice.
Ora, siete reduci dal Vostro primo disco e da una serie di successi che Vi confermano come una band che iace al pubblico metal italiano, come definireste il percorso svolto durante questi ultimi due anni passati nell’underground?
Beh… ci siamo divertiti molto, abbiamo suonato molto come gruppo e abbiamo presentato il demo ovunque, investendo molti soldi in quello in cui crediamo: la musica. Ci siamo autoprodotti, abbiamo investito i nostri risparmi, a livello economico è stato difficile, fino a quando ci ha chiamati la casa discografica che ci ha fatto una proposta interessante.
Come sono nati i Justinedusk?
Sono nati da un piccolo nucleo, composto da Giacomo (cantante) ed Andrea (bassisista), poi dopo vari cambi si sono aggiunti Jerry (chitarrista) e Antonio (batterista).Siamo nati da una passione comune per la musica metal...
... ma quali band privilegiate, da chi vi sentite influenzati?
Principalmente da Deftones e Tool, anche se ascoltiamo di tutto… non ci identifichiamo in un unico genere, privilegiamo le band che escono fuori dagli schemi, unico elemento che permette di spiccare tra le masse di band e che distingue per originalità.
Avete in progetto future collaborazioni (soprattutto con band crossover e nu-metal)?
Ci piacerebbe molto fare delle collaborazioni ma per ora è ancora presto, abbiamo finito l’album e dobbiamo ancora renderci conto di quello che ci sta capitando.
Alcuni critici dicono che il Nu-metal (e per esso intendo quella corrente musicale che non rientra nel classic metal) sta morendo. Siete d’accordo con questa affermazione?
Dipende da dove lo guardi… se visto come fenomeno commerciale sì, ci sono molte band che non stanno proponendo niente di nuovo… Direi che si sta scheggiando, ci sono molti gruppi che hanno fatto dischi destinati ad esaurirsi, a rimanere nel dimenticatoio proprio perché mancano di originalità, non si rinnovano. Le persone acquistano i dischi quando una band si evolve, migliora. Presentando la stessa cosa trita e ritrita non si va avanti. Questi sono i tipici prodotti che vengono dati in pasto ai giovani che seguono MTV, brani che girano per alcuni mesi per poi essere completamente dimenticati. Per quanto riguarda noi italiani non ha senso fare un genere che negli USA sta già morendo, nel nostro paese arriva tutto in ritardo, soprattutto nel campo della musica, oltretutto noi musicisti dobbiamo sbatterci il doppio perché non è presente nel paese una mentalità rivolta a favorire la musica.
Come componete i brani di solito, da chi parte l’idea?
Il processo di formazione dei brani non segue schemi precisi, di frequente però iniziamo a lavorare su linee melodiche che partono da spunti di chitarra o di basso, sulle quali poi si verrà a creare uno scheletro ritmico. Da questa cellula iniziale si svilupperà il pezzo tramite momenti di improvvisazione dettati da stimoli istintivi intervallati da una ricerca armonica più razionale.
Qual è stata la vostra migliore esibizione dal vivo?
La migliore fu con i Linea 77 all’auditorium FLOG di Firenze, in quell’esibizione ci giocavamo il nome e la nostra reputazione, visto che gli headliners giocavano in casa, esattamente nella regione di appartenenza… Il pubblico aveva recepito la nostra musica e il locale era pieno. Fu un concerto meraviglioso.
... e la peggiore?
La peggiore fu al TRANSISTOR di Torino, l’esibizione fu pessima perché ci furono molte interruzioni dovuti ad una circostanza di eventi sfortunati quali le bacchette, il pedale e l’asta del piatto rotte del batterista, problemi all’audio, corde rotte delle chitarre. Una buona parte del pubblico non poteva capire per quali motivi ogni tanto dovevamo interrompere.
Cosa ne pensate degli showcase che organizza la FNAC?
Sono iniziative molto belle, peccato che il palco sia piccolo. È un idea molto simpatica perché permette di farti conoscere a tanti tipi di pubblico, dalle ragazzine che non ti hanno mai sentito e vogliono il tuo autografo, all’anziano che passa per caso. C’è un altro difetto di queste esibizioni: le sedie. Secondo noi non dovevano mettere le sedie ma dovevano lasciare uno spazio libero che permetterebbe di creare un effetto da concerto.
Quale consiglio dareste ad una band che è agli inizi e vuole arrivare ai vostri livelli?
Mettete i soldi da parte, risparmiate, rinunciate alle cose alle quali potete rinunciare. Sbattersi nonostante le difficoltà, avere tenacia e forza di continuare sempre. Durante gli inizi si incontrano molte persone che ti ostacolano facendoti passare la voglia di fare musica. Andate sempre avanti senza timore di quello che fate. Ed infine un consiglio particolare: curare l’immagine, soprattutto sul progetto che state portando avanti.

Ragazzi, Vi ringrazio per l’intervista che ci avete concesso. Vi facciamo un enorme “IN BOCCA AL LUPO” per la promozione del disco.


 


articolo e foto: Paolo Landa

Los Bastardos

Ciao ragazzi!Mi viene spontaneo chiedervi come è nata l'idea del nome...
Lothar(voce): Arriva dalla barca del Primus praticamente,al nuovo bassista piaceva e così abbiamo il nome di una barca.
Renè(chitarra): Los Batardos vuol dire "I bastardi", quindi i bastardi senza padre. Sotto un certo aspetto ci sentiamo senza un padre musicale, abbiamo varie esperienze musicali, non abbiamo una matrice comune e quindi ci sentiamo un po' bastardi perchè non c'è un filo conduttore fra di noi, musicalmente parlando. Per questo il nome del gruppo non è italiano o inglese.
Parlatemi della nascita del disco...
R.: Noi arriviamo da un disco precedente prodotto in Germania, in un gran studio degli anni passati, dove ci eravamo trovati bene sotto un certo aspetto, ma ci mancava la nostra crudezza,se si può dire così. Allora abbiamo deciso di farcelo in casa, nella nostra sala prove, poggiandoci con dei tecnici di Torino che lavorano con noi ed è nato in maniera spontanea, in studio, buttando giù delle idee, molti pezzi si sono poi conclusi in post produzione, dopo che l'album era stato registrato. Un po' come la copertina dove vedrai un domino, il primo non è finito, sta a noi decidere se far cadere il domino del 2000 e far cadere tutti gli altri. Di conseguenza il disco non è finito perchè si completerà qui dal vivo. E' stata una scelta voluta.

Quali sono i gruppi a cui vi siete maggiormente ispirati?
L.: Faith No More con Mike Patton su tutti.

Si nota...
L.: No...
R.: Lui è un paranoico, per cui se dici che assomiglia a qualcuno ci rimane male.

Scusami, dicevo che sei completamente te stesso!
L.: Sì Mike Patton, poi gruppi hardcore in prevalenza.

Invece voi altri?
R.: Penso che noi siamo fondamentalmente un po' infognati negli anni '90, dallo sviluppo del grunge alla nascita del crossover, dai Faith No More agli Alice In Chains e Soundgarden, una matrice di rock alternativo. Poi siamo arrivati a Frank Zappa, regalandoci un sacco di stimoli per quello che volevamo fare noi, abbimo trovato un'attinenza nel miscelare le cose, dandole il senso ben chiaro. Lasciamo andare la musica nel modo più diretto possibile sperando che la gente riesca a percepirla come tale.

Cosa ne pensate della scena crossover italiana?
R.: Sono in contatto con vari gruppi,c'è una bella situazione, c'è fervore, però ciò che mi lascia perplesso è che alla fine sono un po' standardizzati. L'influenza americana li porta al cantare in inglese e alla monotonia. Trovo una bella scena, ma bisogna valorizzare di più il linguaggio madre anche per credere in quello che dici. Se si dicono le cose in italiano le parole hanno un peso maggiore e di conseguenza la musica riuscirebbe a rapportarsi in maniera diversa.
Gianluca(batteria): C'è da dire che con l'italiano ci siamo resi conto che i testi e le canzoni sono molto più convicenti. Invece con l'inglese, anche se lo sai bene, si trova sempre un po' di distacco secondo noi. L'italiano è la nostra lingua madre ed è chiaro che quando ti incavoli dici una parolaccia in italiano, non ti viene da dire"shit".

Spiegatemi i significati un po' nascosti di canzoni come "2012"
L.: Non te li spiegherò mai! Ci sono due profezie se non sbaglio, quella egiziana prevede la fine del mondo entro il 2012, poi c'è il calendario azteco che chiude il ciclo nel 2025. Secondo me parla dell'avvenuta di qualche cosa, sono convinto che prima o poi ci sarà una fine, a un certo punto il caos crea la fine.

Sì anch'io ci credo. Invece per "Diavoli e bestie"?
L.: Qualcuno lo associa alla vicenda di Cogne, ognuno lo collega a ciò che vuole. Io i miei pezzi li capisco benissimo e a volte mi chiedono cosa voglio dire. Ci sono molti credenti nel male e sette, visto che ho avuto un'esperienza in passato, non ve la racconto, ho sentito l'odore di queste cose e il messaggio della canzone è di non scherzarci perchè poi sono cavoli tuoi e ne paghi le conseguenze.

Quali messaggi volete trasmettere a chi vi ascolta?
L.: Questo me lo devi dire tu, non lo sappiamo. Quando suoni non pensi agli altri, hai un'idea in testa e poi speri.
R.: Non ci mettiamo nella condizione del profeta che vuole spiegare le cose agli altri, siamo degli esaminatori della realtà. Ributtiamo le esperienze secondo i nostri occhi, poi se ti arriva così bene.
L.: Noi parliamo, poi sta alla gente associare un messaggio.

Invece per quanto riguarda i proggetti futuri?
L.: C'è un album tutto in francese spinto dal chitarrista.
R.: Sì mi piacerebbe moltissimo fare un album in francese,perchè lui è anche di questa madrelingua e quindi sarebbe stupendo. Nei vecchi dischi c'era già qualcosa in francese.
L.: Sì, anche in arabo. Un testo che mi ha spiegato un mio amico marocchino e parla di un'immigrazione vissuta male, sia nel paese da cui emigrano sia nel suo paese perchè non hanno accettato la sua migrazione.

Puntate anche all'estero oppure vi concentrate di più sull'Italia?
L.: Ci manca il contatto con la gente per suonare, ma adesso abbiamo qualche concerto e siamo molto felici, mentre l'estero è più improbabile.

Vi ringrazio,lasciate un messaggio per i lettori di News On Stage
R.: Il nostro sito è www.losbastardos.it e se volete passare potete lasciare dei commenti sul guestbook, anche messaggi, siamo aperti a qualsiasi esperienza.
L.: Anche insulti.
Erik(chitarre): Un saluto i lettori di News on Stage!









Roberta Orlando

Kalidon

Milano, transilvania live, 26/06/2005
Nuovamente in collaborazione News On Stage e Genovagando, grazie all’occasione offertaci da Blasted Management di intervistare il loro nuovo gruppo di punta, Kalidon. Si è parlato parecchio (almeno in rete) di questa band emergente ultimamente, forse grazie al fatto che il loro primo cd “Songs for the Revenant” è stato abbinato al DVD de “L’Esorcista III – La Genesi”, in vendita in tutti i Mediaworld d’Italia in edizione limitata. Un vero colpo da maestri, se si considera la tiratura del suddetto film…
Il Live sembra promettere bene, notiamo subito che i ragazzi sono capaci di evocare atmosfere d’altri tempi, sembra di avere davanti uno spettacolo di Cavalieri Templari che si esibiscono sotto il prezioso vessillo della casata di Lord Kalidon (Una grande e incombente “K” bianca su sfondo nero), altero e – così si dice – egocentrico sangueblu.
Al termine della coinvolgente esibizione, veniamo finalmente introdotte alla Band. Ci aspettavamo un Lord K piuttosto “divo”, ci troviamo davanti a un ragazzo completamente diverso, direi opposto: disponibile, cordiale e simpatico, per nulla montato e molto intelligente. Capiamo immediatamente che il Lord – testa calda di cui tutti (s)parlano in rete è un personaggio, e stiamo al gioco: Kalidon è un provocatore, il novello Socrate di una Milano suburbana e decadente. Davanti a queste premesse prende vita la nostra intervista a quattro mani…

La prima domanda sarà forse un po’ banale e scontata, ma necessaria: come vi siete formati?
Lord K: La band nasce nel ’91 come mio progetto, ha subito diversi cambi di line up fino a quella odierna che comprende me alla voce e alla chitarra, Xandrox von al basso, Mc Gor alla chitarra, Ivan alla batteria e Doctor F alle tastiere.

Questo Lord K, il nobile Kalidon, che cosa rappresenta? Abbiamo dato un’occhiata al tuo blog e al sito e ci ha colpite molto quest’ atmosfera da antico castello gotico, …poi abbiamo notato che sul palco avete messo due vessilli con un’enorme K…
Lord K: Il discorso del vessillo è molto lungo, si rifà al “Dark Dominion”… Kalidon vuole essere una progetto in cui credo, ma al tempo stesso in grado di fare autoironia… quindi, è vero che ci sono i vessilli, è vero che ci vestiamo di nero, è vero che siamo tendenti al “gotico” come look, come scelta di suoni che si rifanno molto agli anni ’80 e all’elettronica, però non siamo esattamente la classica band di metallozzi goticoni… ci piace giocare con questa immagine…quindi se da un lato vogliamo fare un discorso serio, e ci crediamo, dall’altra ci piace anche essere autoironici.


Hai parlato di anni ’80, avete fatto la cover di “Hollow Man” dei “The Cult”… come mai la scelta di questa cover, e perché proprio i The Cult?
Lord K: Innanzitutto, i The Cult sono una band che io amo, così come amo la voce di Ian Astbury. Sono cresciuto con loro, sono molto influenziali per me… Hollow man perché è una canzone tra le meno conosciute dei The Cult eppure è inclusa in un album tra i più determinanti per la band, “Love” (concordiamo: chi può dimenticare “Rain”??n.d.NOS) una volta facevamo “She Sells Sanctuary”, ad oggi preferiamo questa, perché rientra nel discorso dei nostri suoni… riusciamo a sostituire alcune parti di chitarra con le tastiere, stravolgendo un po’ la canzone pur mantenendo il feeling dei Cult…


E a livello di background musicale da chi avete tratto ispirazione? Escludendo The Cult, ovviamente…
Lord K: Glenn Danzig… i Type O Negative… e tanti altri… anche la musica classica, anche musica che si ascolta incidentalmente, tutto può essere potenzialmente interessante… e poi Billy Idol, senz’ombra di dubbio… (Avevo notato infatti una certa somiglianza tra la tua voce e quella di “Billy Idol in eyes without a face”!! Qualche volta ci azzecco! n.d.NOS)


Siete appena stati annoverati nella scuderia di una distribuzione tedesca, la SX Distribution, come è avvenuta questa scelta?
Xandrox Von: la cosa è nata attraverso un contatto che avevo allacciato l’anno scorso, la STATE ART, un’etichetta tedesca che produce musica ambient, molto lontana dal nostro genere ma che viene gestita da un nostro caro amico, che quando ha saputo di Kalidon ha voluto ascoltare i primi brani, quelli più vecchi, e gli sono piaciuti, …così siamo rimasti in contatto e gli abbiamo spedito tutto il materiale nuovo che veniva registrato. Lui si è detto molto entusiasta e lo ha fatto presente a un suo collaboratore che è responsabile appunto della SxDistribution, in Germania è molto conosciuta anche in ambienti alternative, con grandi contatti con riviste come “Orkus”, “Zillo!”, “Sonic Seducer”,… in più hanno la possibilità di muoversi su internet in maniera molto consistente, infatti il nostro cd risulta in vendita almeno su otto siti, se non sbaglio, compreso Amazon.de. Per il momento stiamo studiando un modo per promuovere “Songs for the Revenant” perché la notizia di qualche giorno fa è che le suddette testate si sono dette interessate a redigere un articolo su di noi.
La cosa è un po’ fuori dal comune perché le persone che ci stanno supportando in Germania non si occupano del nostro genere, ma grazie alla - spero!- bontà del prodotto, si sono adoperate per concretizzare il progetto…
Lord K: e poi c’è anche il fatto che in Germania sono più sensibili a questo genere musicale.

Il vostro Cd è comparso in abbinamento al DVD dell’ “Esorcista III, la Genesi”, anche se non ne è colonna sonora… come mai questo abbinamento?? Non sembrate affatto una horror band…
Lord K: …Vero, però alcune atmosfere possono abbinarsi con certi giochi orrorifici…soprattutto i suoni che utilizziamo, le tastiere, i clavicembali, i campionamenti…
Xandrox Von: abbiamo avuto la possibilità di fare sentire il nostro lavoro a più persone, tra cui lo staff della Eagle Pictures, a loro è piaciuto, ci hanno proposto di fare un’edizione limitata de “La Genesi” che fosse abbinata a “Songs for The Revenant” e naturalmente ci è parsa un’ottima idea…

NOS: Soprattutto dal punto di vista promozionale: chi magari non s’interessa al genere e incappa in voi per caso grazie a questo espediente può trovarvi gradevoli e decidere di seguirvi…
Lord K: Sì, e potremmo anche entrare nel Guinness dei Primati: non si è mai vista una band senza contratto che fa uscire 5.000 pezzi del proprio cd in abbinamento a un film… è una cosa molto bizzarra! Poi hanno curato molto bene il packaging, la grafica, il cd…
NOS e Genovagando: Beh, vi siete affidati alla Eagle Pictures, mica bruscolini!!

Ultima domanda, com’è avvenuto l’incontro con Blasted Management (che se ben ricordate ha curato i neonati Bloody Mary portandoli a spiccare il volo…)
Lord K: Li ho contattati io!
NOS e Genovagando: Scoop! Non li ha “pinzati” Chris (Responsabile di Blasted Italia n.d.r.)!! 
Lord K: hehe, no, in realtà me li stavo curando e osservando da un po’, già l’anno scorso ero capitato sul loro sito e mi sono sembrate persone che lavorano bene,…ci sono ritornato quest’anno e li ho contattati con una email… 

NOS: Chris, stavolta sei tu che hai avuto un gran… colpo di fortuna!! [annuisce soddisfatto]
Lord K: …Ci è piaciuta molto la freschezza con la quale si è presentato e ha presentato l’agenzia, così abbiamo iniziato a lavorare subito!

Connubio perfetto! Avete qualcosa da aggiungere o che vorreste comunicare ai vostri potenziali fruitori (a parte il messaggio subliminale “comprate il cd, comprate il cd, comprate il cd”!! n.d. NOS)?
…Uhm… beh, secondo me stiamo facendo un passo per volta,… ecco, non credo nella fortuna: “It’s not a matter of luck, it’s a matter of time”…



Website:http://www.kalidon.it


 Intervista disponibile anche sul sito www.genovagando.it
 


a cura di Erika Muscarella per News On Stage
Foto © VeroniKa

Keen - Soun a lama di rasoio

Alzi la mano chi di voi, cari sfegatati fans del reverendo Marilyn Manson, non hanno mai visitato il sito del fanclub italiano a Lui dedicato! Spero non ci siano mani alzate, perché se di professionalità stiamo parlando, non possiamo ignorare la completezza di www.marilynmanson.it, gestito e ideato interamente da Shirley Dahmer, alias Gianni Buccigrossi. Originario di Sulmona, 26 anni, Shirley Dahmer (nome che, sul calco di Marilyn Manson, richiama la piccola Shirley Temple, simbolo di bontà e di purezza virginale e Jeffrey Dahmer, l'efferato serial killer altrimenti detto "mostro di Milwakee" catturato nel 1991) non è solo un ottimo webmaster e l'importante presidente del Fanclub Ufficiale del reverendo Manson, ma anche il leader di un gruppo estremamente interessante, i KEEN, dal sound elettrometal e dal look darkeggiante, autori di un EP registrato negli A.C.M.E. Recording Studio il cui pezzo forte è il singolo 'Nailing Keen', apprezzato dal pubblico e dalle radio che hanno deciso di trasmetterlo on air. La fortuna dei Keen non si ferma solo a questo piccolo assaggio in attesa di un contratto discografico: sono stati di recente selezionati grazie a ROCK TV per partecipare all'importante i-TIM TOUR che si è tenuto lo scorso 1° Agosto a Catania, dove il gruppo si è classificato al primo posto, sbaragliando tutti gli altri gruppi in gara.
Alla notizia che questi giovani di talento avevano superato la prima fase del tour, ho chiamato la mia collega Sara Capoferri, la nostra fotografa Patrizia Baldacci e insieme abbiamo deciso di seguirli da vicino durante la finale prevista per il 4 Settembre in Piazza Duomo a Milano.
Ad aspettarci abbiamo trovato un gruppo preparato, con un'immagine di sicuro impatto, presenza scenica 10 e lode e soprattutto un lavoro, l'EP "Love with Bile" degno di essere recensito con calma e in un secondo momento.
Ve li presenterò quindi a puntate e per oggi in agenda avete un'intervista succosissima, realizzata a quattro mani da me e Sara Capoferri.
Buona lettura!


Ciao! Qual è l'origine del nome Keen? Illuminateci!
Shirley, vocals: Il significato della parola KEEN è "lamento funebre", deriva dall'inglese ma con alcune influenze irlandesi (significa anche "tagliente" e "appassionato", tutti termini che con questo gruppo ci vanno a nozze… N.d.R.)


Nel panorama musicale internazionale o italiano ci sono band da cui potete dire di aver tratto insegnamento?
Noras, synth&Loops: Rammstein, sicuramente. E' una delle band che ci ha influenzati di più, per il sound e anche per l'attitudine.

E il look?
Noras: Sì, diciamo che ha il suo peso, ma cerchiamo di avere un tocco di personalità che ci contraddistingua…

I titoli delle vostre canzoni e i testi: cosa volete comunicare? Sono sensazioni vissute?
Shirley: Ovviamente, non posso scrivere cose che non mi riguardano… comunque sia riguardano il gruppo, quello che ci circonda…

Chi di voi scrive, solo tu?
Shirley: Io scrivo i testi mentre i colleghi le musiche.

Ma è un lavoro di gruppo?
Shirley: Funziona così, uno di noi arriva in sala prove oppure a casa e dice "ragazzi, sentite questo riff".. e si prova insieme.

Noras: Diciamo che nel gruppo non c'è un leader vero e proprio, collaboriamo.


Breve storia dei Keen; Come vi siete conosciuti e come è nata la band.

Shirley: I Keen nascono come idea nel lontano '99, all'inizio da un mio progetto, poi si è sviluppato tutto dall'amicizia… Noras cantava in un gruppo e suonava le tastiere, Critz è un chitarrista veramente eccezionale, il batterista anche, e il cd che abbiamo registrato è stato prodotto dal bassista, nel suo studio di registrazione (Acme Recording Studio NdR)… E' tutto nato nell'ambito di un'amicizia, noi usciamo insieme tutti i pomeriggi, la sera… stiamo sempre insieme, litighiamo anche… ma poi si risolve sempre tutto in pace.

Cosa e come state vivendo in questo momento?
Davide, bassista: E' un momento importante che non ci aspettavamo perché il singolo non è uscito con questi intenti, avevamo comunque voglia di intraprendere un certo cammino però è stato tutto molto veloce: abbiamo fatto il singolo e siamo stati selezionati subito per partecipare al Tim tour… Non so quello che verrà da questa esperienza, ma il discorso è sicuramente cominciato bene!

Parliamo dell'organizzazione e dell'ambiente Tim Tour… cosa vi è piaciuto, cosa vi sentite di criticare e come vi siete trovati durante la manifestazione.
Shirley: E' una cosa personale, per cui io parlo per me… mi è piaciuto molto lo stage, anche perché per noi quello di Catania è stato il primo Live… quello che non mi ha soddisfatto è il video che ci è stato dato, perché non è stato realizzato benissimo, abbiamo avuto un po' di problemi sul palco, però alla fine non mi lamento di nulla, anzi, stare qui per noi è una grande occasione!
Luke, batterista: A me è piaciuto molto il clima del Tim Tour, la gente, l'organizzazione…è stata una bellissima esperienza, spero che vada avanti…


Suonate spesso Live?
Shirley: Guarda, questo sarebbe il nostro secondo concerto dal vivo (la Redazione di Newrock non riusciva a crederci dopo averli sentiti: sembrano nati sul palco…!), di solito stiamo in sala di registrazione, da Davide…

E nei locali?
Shirley: Nei locali per il momento ancora nulla… stiamo cercando di organizzare un Transilvania Tour, al momento siamo in contatto con Ice Ferri… poi ci sarebbero in lista vari locali tra cui Siddharta, Blackout… quelli più famosi insomma.

Shirley, come si combina la tua esperienza di presidente del fanclub di Marilyn Manson con quella dei Keen?
Shirley: Non c'è nessun legame tra Manson e i Keen, sono totalmente diverse le cose… L'unico legame è che cerco di pubblicizzare i Keen attraverso il mio sito… ma a breve sarà online il nostro Website, e su marilynmanson.it ci sarà solamente un bannerino che riporterà a noi. Ovviamente per incrementare il seguito è normale che di tanto in tanto si posti una notizia sul fanclub di Manson… abbiamo questo mezzo, perché non sfruttarlo… Però sono nettamente due cose diverse. Agli altri componenti del gruppo Manson non piace neanche, Davide non lo sopporta per esempio, piace solo a me!
Critz, chitarrista: Già, direi che l'accordo lo abbiamo trovato nella musica dei Rammstein… l'elettrometal era una cosa che ci affascinava e ci ha uniti.
Noras: Sì vero, il progetto esisteva già a livello ideale dal 1999, ma i componenti si sono fusi solo nel momento in cui si è deciso di seguire un percorso musicale in stile Rammstein… il genere tira e a noi piaceva… abbiamo cominciato a giocare così poi il discorso è diventato serio! La nostra formazione musicale comunque è varia, va dal Classic al Black Metal, dal Rock all'Industial, fino all'Elettrometal… Non ci sono solo i Rammstein, cerchiamo di portare nel nostro sound anche altri elementi, per creare un'amalgama personale delle nostre influenze musicali.
Shirley: Anche perché in Italia non c'è nessuno che fa musica come la nostra (era ora qualcuno ci pensasse…!, N.d.R.).


Vi diamo uno spazio libero: dite quello che volete per promuovere il vostro gruppo.
Critz e Noras:
Speriamo che la proposta dei Keen possa piacere a quante più persone possibili, anche perché uno dei nostri obiettivi è questo: fare musica che piace a noi ma che possa arrivare a più gente possibile. Abbiamo un sound innovativo, speriamo di estendere la nostra musica oltre i classici metallari…
Shirley: Non vogliamo fare musica di nicchia perché non vogliamo ascoltarla solo noi, o proporla a pochi Eletti… vorremmo arrivare a tutti, per cui se piace sicuramente ci diranno che siamo commerciali, ma a noi non importa.


Prospettive per un videoclip? Idee?
Shirley: Nel nostro EP c'è un pezzo che mi fa letteralmente impazzire ("Scary Dream", e vi assicuro che è molto originale), ma finchè non ci sono i soldi, non si può fare molto… Abbiamo in programma di prendere contatti con le Major, vedremo.


Da www.newrockmagazine.it

Contatti:
http://www.keen-zone.com
http://www.marilynmanson.it

EP: Keen - Love With Bile, Acme recording studio (Raiano - AQ)

Si ringrazia Antonio Ranalli per la stretta collaborazione.

 

 

Erika Muscarella
Sara Capoferri
Fo
to: Patrizia Baldacci

Magazine du Kakao

"Faccio finta di non sapere nulla su di voi,mi raccontate come e quando nascono i Magazine du Kakao? E perché 'Magazine du Kakao' E' un nome curioso ...e goloso!"
Il nome Magazine du KaKao è nato agli albori della nostra formazione, in una sconcertante serata di prove. Allora, definimmo così una situazione non troppo chiara, nella quale ci sentivamo particolarmente coinvolti, alludendo alla sensazione provata nel ritrovarsi persi in un magazzino stracolmo di cacao in polvere, galleggiante nell'aria...Crediamo non sia troppo difficile immaginare la strana sensazione che si prova nel ritrovarsi in un ambiente confinato ove il semplice orientamento può essere condizionato da una miriade di granellini di cacao, che ti avvolgono, confondono, possiedono...Per farla breve, può anche essere inteso come il ritrovarsi nella merda fino al collo!
"Ci sono stati cambi di line up o avete tutti il "bollino blu"?
Blu, blu, blu, blu. A parte una parentesi durante l'anno di Erasmus del bassista, in cui abbiamo suonato con Mammo (ciao!).
"Chi è Bazum? "
E' un signor nessuno che riconosci nelle sembianze variabili del tuo umore. E' un sostantivo o aggettivo sostantivato con significato di valenza da più a meno infinito. E' un neologismo di un caro amico (ciao Teo).
"Prendendo in mano il vostro cd e leggendo i titoli delle canzoni, come per esempio"Cena Con Delitto", "Anal Art", "Ali di Farfalla", "Linea Marsupiale", incuriosite da subito. Chi scrive i testi e come nascono? spero che non siano proprio tutte esperienze autobiografiche [hehehe n.d.d.]!
"Una mietitrebbia" è il ritratto di un momento di una giornata di Didi, qualche anno fa, trash quanto basta, vero? ma vedici un significato tu, oltre a quello letterale. Ce n'è sempre uno e non sempre si vuole chiudere l'interpretazione: un open ending? Ironia, serietà, eventi storici, situazioni stupide ed irreali. Tanti aggettivi per tanti generi. I testi rispecchiano il genere musicale che facciamo, nel quale prevale le vena della non banalità, rischiando di passare per sbruffoni, ma assicurandosi una totalità di libertà compositiva. Questo basta per descrivere ciò che vogliamo comunicare nei brani: vorremmo lasciare libera interpretazione e diversa chiave di lettura all¹ascoltatore.
"Sarei curiosa di sapere se i chiari riferimenti letterari,e mi riferisco alla niciana "Ecce Homo" (se mi è permesso definirla così) fanno parte dei vostri studi o dei vostri interessi personali? nelle foto del cd si vedono in primo piano, tra i numerosi oggetti(un ferro da stiro,un metro,un clarinetto,un phon,una chiave inglese et cetera e anche qui nascerebbero spontanee delle domande!) molti libri tra cui "Il Piccolo Principe". Ha un valore particolare per voi questo libro o è un simbolo?"
Ecce Homo è il perfetto compromesso tra noi stessi ed il mondo che ci circonda: spazialita, cultura e curiosità ci circondano ed è giusto che si fondano nella musica che proponiamo... Il Piccolo Principe è stato scelto da Didi per il Significato che rappresenta. Tutti gli altri oggetti sono logici a posteriori. E' un gioco il guardare gli oggetti, poi fare un passo di lato e guardarlo nuovamente, cercare di asserirgli valenze. Lo facciamo tutti i giorni, da quando siamo nati...
"Ritornando alle canzoni,c'è un iter compositivo, prima i testi o prima la musica?"(sempre che non abbiate già riposto a questa domanda nelle righe sopra)"
Lasciamo che la canzone si formi in sala prove sulla base del "flusso di coscienza", di accordi, di sensazioni. Il tutto si incastra...se non s'incastra vuol dire che non va e si archivia il pezzo, buttandosi su un altro. Verrà il momento anche per sviluppare l'embrione parcheggiato. E sarà giusto così.
"Reduci dal vostro live con i Guilty Method in quel di Reggio Emilia,quali sono le vostre sensazioni a caldo? Come affrontate la dimensione live? Siete ormai abituati e giocate alla play nei camerini fino all'ultimo o comunque l' adrenalina c'è?"
Negli ultimi minuti prima di un concerto meniamo a morte il cantante che si sarà sicuramente dimenticato qualcosa, così scarichiamo l'adrenalina e siamo più tranquilli...
"Ci sono aneddoti particolari magari legati proprio a delle esperienze live piuttosto che in studio? Cose che non vorreste far mai sapere?"
Ma visto che non ci ascolta nessuno? Abbiamo appena menato il cantante che si è sicuramente dimenticato qualcosa.
"Perché una formica? O dovrei dire 'La Formica '? Ho visto che qualcuno se l'è anche fatta tatuare...
Il nostro batterista Diego se l'è fatta tatuare per coprire un livido: aveva dimenticato il rullante, quella volta. No,....seriamente, il fatto buffo è che tanti aspetti delle nostre immagini hanno acquisito significati a posteriori, oppure non ne hanno in particolare, ma viene naturale (come dicevo poc'anzi) chiedersi perchè, ad esempio, un oggetto stia lì in quella foto, in quel momento. La mancanza di appigli verso la logica e ci rende sospesi nell'immaginazione. Ripresi dal botto del salto, poi se ne assapora la leggerezza... Ma anche questa è una spiegazione a posteriori di ciò che in realtà noi amiamo suonare. Non si sa mai cosa potrebbe accadere nell'istante successivo a questo: è un modo di vedere e rappresentare la vita, non dico quello giusto, solo il nostro.


Veronika E.

Operanoire

Genova, 19 Novembre 2004

Quando il Fato ci mette lo zampino, a nulla vale cercare di capire, molto meglio seguire lo stream e fidarsi delle sensazioni positive: come abbiamo fatto noi recandoci al La Madeleine Café di Genova, divenuto ormai teatro delle serate più cool della movida nella Superba… questa sera il programma prevede Violet e Opera Noire insieme a contendersi la folla, ma quando arriviamo scopriamo il primo colpo del destino: i Violet hanno rimandato la serata, che sarà tutta all'insegna dell' Opera al Nero… Se avete letto la recensione (non l'avete letta?? Cliccate subitoqui ) sapete già che lo spettacolo è stato entusiasmante e assolutamente coinvolgente: i ragazzi sono dei veri professionisti dell'intrattenimento, e musicisti molto preparati.
William - voce, Fabio - tastiere e Dave - chitarre (grande assente Cesare, batterista, a causa di un infortunio) si sono rivelati delle vere scoperte non solo dal punto di vista musicale, ma anche umano: disponibili, entusiasti, umili e molto, molto simpatici. Sul posto - e sempre per puro caso - oltre a News On Stage c'erano anche i colleghi di Genovagando e Genova Tune… ancora una volta per un colpo di fortuna la vostra direttora aveva con sé il suo inseparabile registratore portatile e, non potendo perdere l'occasione di un'esclusiva tutta genovese, ci siamo accordati per un'intervista a tre voci: quello che segue è il risultato dell'allegro simposio; per correttezza le webzine sono contrassegnate ad ogni domanda relativa con una Sigla, GV per genovagando, GT per genova tune e, naturalmente, NOS per la vostra preferita… modestamente!!

NOS: Come vi siete formati e qual è il vostro background? A noi sembra che le vostre influenze siano molto finnish oriented…

William: questo gruppo proviene da varie tendenze, anche molto glam… è un ingrediente sia come scena che come suono, group di chitarre… abbiamo avuto successo per caso, girando per i locali abbiamo notato un buon riscontro, in seguito abbiamo abbandonato il glam e abbracciato una tendenza più gotica, ed eccoci qui!
GT: Nella vostra formazione mancano il basso e la batteria, fa parte di una scelta precisa?
Fabio: La batteria doveva esserci stasera, solo che Cesare sì è infortunato ieri, durante un concerto a Milano, così abbiamo passato tutta la notte a programmare il campionatore con le basi di batteria per fare questo concerto, avevamo dato parola al "La Madeleine" che saremmo venuti. Oggi abbiamo fatto un ultimo tentativo per rimandare, ma è stato inutile, infatti non abbiamo portato il repertorio completo, purtroppo.
GT: E per la mancanza del basso?
Fabio: Lo faccio io con le tastiere.
Dave: alla Doors!!

NOS: beh, quello che conta è il risultato: in una città come Genova, così ricca di gruppi, così affascinata dalla musica, ma anche così chiusa verso ciò che è nuovo, è un grande successo riuscire a riempire la sala, far ballare le persone e vederle imparare e cantare le vostre canzoni mentre vi state esibendo, tenendo conto poi del fatto che nessuno vi conosceva… 
W: A noi piace anche divertirci e fare divertire la gente… Molti pensano che il dark sia triste, malinconico per natura… ma non è solo questo, c'è molta solarità e noi vogliamo che emerga dalle nostre esibizioni.

GT: Avete un lavoro in progetto, quale titolo avrà e per quale etichetta?
F: il nostro cd si chiamerà "Bad Intent" e uscirà probabilmente a gennaio/febbraio sotto la Last Scream Records di Vigevano, che distribuisce in Italia e in Europa.
GV: I vostri testi come nascono?
W: diciamo che siamo divisi in poeti, scrittori…, ognuno ha la sua vena…!
F: Ad esempio, il testo di Glitter Painted Nails è nato dopo l'ennesima visione di Velvet Goldmine, un film che adoriamo, da cui sono scaturite molte sensazioni…
W: Tra l'altro è una canzone che rappresenta un addio al glam e un benvenuto alla tendenza gotica… anche il testo parla di questo…

GV: Una rinascita, quindi…
W: Sì, esattamente.
GT: Nel vostro concerto avete fatto alcune cover, saranno presenti nel vostro album d'esordio?
Dave: La cover di Bowie che è stata molto elaborata ci sarà sicuramente… la stiamo registrando e rielaborando ulteriormente in studio perché è un pezzo che sentiamo molto per come lo abbiamo riproposto noi, le altre fanno un po' da riempitivo all'esibizione live, ovviamente il nostro repertorio non può riempire tutto uno show attualmente…
F: dal vivo ne avevamo altre pronte tra l'altro, anche una dei 69eyes ma non le abbiamo portate stasera… W: Siamo usciti da tendenze più alla Type O Negative e 69eyes, poi abbiamo deciso di fare anche e soprattutto pezzi nostri tenendo solo la cover di Bowie…

GT: Stasera avete eseguito anche Enjoy the Silence dei Depeche mode, ci sarà speranza di vederla pubblicata?
Opera Noire: no, questo pezzo non farà parte del cd.
NOS: parliamo delle vostre esperienze live: siete visivamente d'impatto e curate molto la scena e questo fa pensare che abbiate una certa esperienza alle spalle in fatto di live…
F: Il primo concerto veramente lo abbiamo fatto ad Halloween l'anno scorso… esattamente ad Halloween quest'anno abbiamo firmato il contratto con la casa discografica!
GV: Dove avete suonato?
F: Ehm, in un posto improbabile vicino a Bergamo… tra l'altro lo abbiamo mezzo distrutto…!!
GT: interessante l'idea di proporre anche Eva, la ballerina, posso chiamarla così?
D: Sì, assolutamente, è parte integrante del gruppo, della nostra immagine, anche se non suona e canta è comunque dei nostri…
NOS: Avete in programma anche dei videoclip o lanci a livello di reti quali Rock Tv…?
D: Rock tv sicuramente, cercheremo di infiltrarci in uno dei loro programmi… in teoria, Mario Riso che è uno dei soci di Rock Tv è stato anche il mio maestro di batteria, per cui ci infiltreremo, o almeno ci proveremo…
NOS: Avete già dei video pronti per questa missione allora?
F: Dobbiamo finire il cd in studio prima, due o tre mesi dopo l'uscita del cd possiamo iniziare a parlarne,… abbiamo già qualche idea, dobbiamo trovare un regista bravo…
NOS: Una domanda sul gradimento Italiano: il gotico è un po' di nicchia, anche se alcuni personaggi (ad esempio il "reverendo" Manson) sono riusciti a "convincere" il pubblico e a imporsi ugualmente …in quale modo crecherete di farvi strada nel cuore degli Italiani?
D: Noi ovviamente cercheremo di sfruttare tutti i canali che ci si aprono davanti, però le cose migliori come questa sera capitano sempre a caso… è un caso che noi siamo qua oggi, che ci siate anche voi, con il registratore per di più, esattamente in questo modo si è trovato il contratto, e noi speriamo nel Fato, che ci segua nel nostro cammino!!
GT: Cosa ascoltate attualmente?
D: … io in macchina ho tre cd di un solo gruppo,... non è il mio genere,… ma sono troppo innamorato degli HIM…!!
W: A me piace molto la tendenza alla Type O Negative, Sisters of Mercy… noi vorremmo riprendere un po' questa linea con i suoni di adesso e mantenere la voce gotica…
F: Io in macchina ho Sopor Aeternus e Ivano Fossati…

GT: Ci sarà speranza di sentire una Heartland dei Sisters of Mercy rivisitata dagli Opera Noire?
W: Sicuramente sì, se riusciamo ad inserirla in questo disco, altrimenti sarà per il prossimo.
GT: Ci sarà un singolo ad aprire il vostro album?
D: Si spera, questo è un discorso discografico legato a quanto venderanno i cd, purtroppo non dipende da noi… se le vendite saranno alte ci sarà la possibilità di fare un singolo magari anche con delle bonustrack, che sono sempre interessanti, ..ma tutto sarà legato alle vendite.
GT: E' programmato un ritorno sulla scena genovese?
D: Dopo l'uscita del disco abbiamo in programma diversi Showcase di presentazione, siamo già in parola di presentare il disco proprio qui al La Madeleine e dopo questa serata ci farebbe assolutamente più che piacere, visto il riscontro che abbiamo avuto, avremo anche il nostro stand dove si potrà acquistare il disco a un prezzo eccezionale, più merchandising, magliette e gadgets…
GT: Eva, come ti sei unita al gruppo?
Eva: sono cresciuta con mio fratello (William, ndr) che continuava a farmi ascoltare questa musica,... ed eccomi qui!
GV: A livello puramente biografico,… quanti anni avete e cosa fate nella vita?
D: Dunque… siamo tra i 18 e i 22 [shock dei presenti e relativa espressione ebete]… Eeheh, no scherzo!! Io ne ho 28, William 25 e Fabio 34… perché quanti ce ne davate????
CORO: a te 18!! [Kattivi eh...]
NOS: che consiglio date ai ragazzi che cominciano quest'avventura?

D:… Che consiglio danno i più grandi a noi????? NOS: Mah, dipende: c'è chi dice di non seguire consigli [neanche questo], di pensare solo alla musica, di non mollare…
W: Anzitutto è crederci, anche se il riscontro è molto duro, se sei un musicista sensibile la delusione è dietro l'angolo, ma bisogna continuare a crederci ed essere tenaci, le soddisfazioni prima o poi arrivano.
F: Altra cosa, non legatevi per troppo, non fate contratti esagerati…

Grazie agli Opera Noire!! Vi aspettiamo qui al La Madeleine Café di Genova allora per la presentazione del vostro disco. Naturalmente sarete ospitati e promossi da News On Stage, per noi sarà un onore! Capito pubblico? Non perdeteli, diamo la parola che non ve ne pentirete… e non vi abbiamo mai mentito!!

Website: http://www.geocities.com/operanoire


  

Erika Muscarella