sabato 27 novembre 2010

SERAFIN - No push collide

Anno: 2003
Etichetta: Taste – Naive Skeye
Prodotto da: 
Dave Sardy
Genere: 
Indie - Rock
Durata: 
42.36
Tracce: 
12

“No Push Collide” è un interessante album d’esordio di una band composta da 4 ragazzi inglesi capitanati da Ben Fox Smith (chitarra e voce) e prodotti da Dave Sardy, un nome non nuovo per la scena della musica rock, che ha prodotto artisti del calibro di Red Hot Chili Peppers, Marilyn Manson, System of A Down, Rage Against The Machine, Bush, Supergrass, giusto per fare qualche nome.
È un album di tendenza brit rock, dove sono messe in evidenza le chitarre, ma che talvolta sa lasciare spazio ad atmosfere più rilassate, con spiragli acustici.
“No Push Collide” si apre con “Stephen’s In The Sky”, un pezzo molto godibile che lascia subito spazio ai loro primi due singoli “Day By Day” e “Things Fall Apart”, che abbiamo già potuto apprezzare nelle classifiche radiofoniche europee e che hanno conquistato l’opinione di un pubblico molto vasto.
Ma gli altri brani contengono stili ed influenze musicali del tutto diverse uno dall’altro; se volessimo proprio associare il sound dei Serafin a quello di qualche altra band più nota, giusto per mostrare i richiami musicali, potremo dire i Serafin si alternano tra Muse, Strokes, Nirvana, Placebo e anche Starsailor per quanto riguarda le atmosfere più acustiche e pacate che ritroviamo in pezzi come “Ordinarily Me”.
“No Happy” è una traccia grintosa con uno stile che richiama il rock newyorkese degli Strokes, ma anche un pezzo molto orecchiabile, che porta in evidenza la chitarra; il ritornello si fa più duro ed arrabbiato per poi ritornare più calmo; in questo brano la band mostra anche il suo lato rumoroso, che ritroviamo anche in “Lethargy”.
“Numerical” è uno dei brani più interessanti e tecnicamente meglio riusciti del disco, contraddistinta da un ritmo coinvolgente e inaspettato.
Ma troviamo anche tracce più soft, come “Peaches From Spain”, acustica e molto rilassata, con una voce pacata di Smith accompagnata solo dalla chitarra, ed afflitta da quella tristezza che prende e rapisce, sull’onda della quale riflettere ed estraniarsi.
La stessa calma che ritroviamo in “Who Could I Be?”, un pezzo che infonde una giovane spensieratezza.
Complessivamente di questo disco possiamo di certo lodare l’ottima capacita nell’associare melodie a momenti più rumorosi, un mix che si fonde perfettamente in questo che sicuramente sarà un grande successo.
Un disco molto ben fatto, che non deve mancare assolutamente nella collezione degli amanti di questo genere.

TRACKLIST1. Stephen’s In The Sky
2. Day By Day
3. Things Fall Apart
4. No Happy
5. Numerical
6. Lethargy
7. Ordinarily Me
8. Build High, Tear Low
9. Sage Waits
10. Green Disaster Twice
11. Peaches From Spain
12. Who Could I Be?
 
Paola Lorenzelli