mercoledì 3 novembre 2010

Operanoire - Bad Intent

Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di entrare in profondo contatto con tutto quello che non riusciamo a dire, che non riusciamo a liberare, sia esso un sentimento positivo o negativo, di aprire la porta segreta dentro di noi, quella che rimane sempre chiusa a chiave, di cui spesso abbiamo paura. E’ il nucleo del nostro essere, dove chiudiamo tutto ciò che potrebbe sciogliere le catene delle inibizioni e lasciare le nostre pulsioni vagare oltre questa dimensione concreta.
Qualche volta, si incontrano persone che quella porta riescono ad aprirla… e allora, solo allora, vediamo in loro le stesse nostre cicatrici… tutte diverse, ma tutte pur sempre ferite.

“Bad Intent” si presenta commercialmente come il “colpo grosso” dell’anno nel settore emergenti, l’album che una casa discografica sogna di produrre per raggiungere più alti livelli, e si può dire che in questo Last Scream Records sia stata assai lungimirante.
Ma si tratta di ben più che semplice intuito: Operanoire è uno stato d’animo, la chiave di cui molti di noi potrebbero avere bisogno per aprire quella porta segreta nascosta.
Tecnicamente un lavoro estremamente accurato, pur inserendosi in un filone musicale già avviato appartenente alla rosa del meglio del gothic metal di matrice scandinàva, Bad Intent possiede quel “qualcosa in più” che lo distingue dal resto della produzione del genere. E non soltanto perché il gruppo in questione è italianissimo e di talento, ma perché è riuscito a rendere l’album, così come la sua stessa immagine, di carattere, sopra le righe. Ad un primo ascolto è impossibile infatti rimanere indifferenti anche solo a una delle 10 intense tracce di questo cd, che rappresenta il punto di arrivo (ma anche, ci auguriamo, di partenza), di questi ragazzi del Bergamasco: ogni canzone esprime molto direttamente uno stato d’animo, sia esso di rancore - pensiamo a “No One” (‘In the bottom of my heart you are no one…’) - , o di passione, come “Glitter Painted Nails”, che potrebbe passare tranquillamente per il nuovo manifesto della generazione dark-glam di oggi, così diversa da quella degli ’80 ma che dagli ’80 ha raccolto un’eredità, dandole nuova forma. Chi dei giovani d’oggi si è innamorato delle atmosfere di Velvet Goldmine, capisce di che cosa sto parlando : “Gold and Lust, for life,(…) Ice and Fire inside”, la passione per il gotico ha solo cambiato abito, non è affatto morta come i puristi (spesso peraltro personaggi di livello artistico-culturale molto elevato) del “vecchio” vero dark vanno biasimando ogni volta che entrano a contatto con il “nuovo”. Bad Intent è parte di questo ‘nuovo’ ed è impossibile scindere il prodotto musicale dall’immagine stessa che gli Operanoire danno di sé: i live sono concettualmente omogenei, legati da un filo conduttore, la sfilata in maschera che i componenti della band rappresentano con effetti scenici semplici ma efficaci, coinvolgenti. L’adesione emozionale è immediata, spesso addirittura conturbante, mette a disagio, penetra a fondo nel magma delle pulsioni umane – e chi volesse capire meglio a cosa mi riferisco, provi ad assistere alla performance sulla base delle “Litanies de Satan”, nota poesia di Charles Baudelaire contenuta nella raccolta “Les Fleurs du Mal”, dagli Operanoire musicata in modo eccellente, impreziosita. William, frontman nonché autore delle splendide melodie che l’album contiene, possiede un carisma fuori dal comune e un’elevata capacità di trasmettere attraverso la sua musica le proprie emozioni, rendendo il suo progetto un vero e proprio vessillo, un tutt’uno con se stesso. Non si risparmia, sul palco, così come nel lavoro in studio: Le parti di chitarra, eseguite personalmente, spezzano e uniscono come fa la punteggiatura con le parti di un racconto, mentre le note del pianoforte di Fabio (estensione del genio di William) accompagnano con delicatezza, amalgamano e alleggeriscono i toni, che comunque spaziano da brani estremamente metal a dolci ballate, come “Welcome to the Gate”, o “The Fairy Lady”, brano inaspettato nell’economia dell’album che è in realtà un’anticipazione molto calda e originale di quello che sarà uno dei pezzi contenuti nel prossimo lavoro, per il momento ancora in fieri.
Provenienti da un background che include The Sisters of Mercy, David Bowie (da non perdere assolutamente la cover di “Heroes”, che può essere giudicata uno dei pezzi tecnicamente ed emozionalmente più forti dell’album), London after Midnight, Type O Negative e il ramo “nordico” gothic rock, gli Operanoire non sono affatto ragazzi che giocano a fare le star: c’è molto più che del talento e della semplice voglia di divertirsi dietro al progetto, ci sono i sogni di una persona che vuole dire qualcosa con la propria musica, e la speranza che attraverso di essa anche gli altri possano imparare a seguire le proprie attitudini, con tenacia.
Fate ciò che desiderate, sembrano dirci William e Fabio tra le note del loro pentagramma, seguite la corrente che vi scorre dentro, ad ogni costo.

Al di là di ogni aspettativa, il nostro voto è 9 pieno.


TRACKLIST:

  1. Never & Ever
  2. Glitter-Painted Nails
  3. In the Rain
  4. Heroes
  5. Welcome to the Gate
  6. So, I Understand
  7. No War (intro)
  8. No One
  9. Thrill of Decadence
  10. The Fairy Lady
  11. Never & Ever (radio edit)

OPERANOIRE are:
William - voce e chitarre
Fabio -
keyboard, programming
Jimmy -
chitarra
Shony-
synth player
Eva & Kerstin -
performers
hanno inoltre contribuito alla realizzazione dell'album:

Vincenzo Virgillito -
basso
Michele Salgarello -
batteria
     

Sito ufficiale:
Management e promozione:
Casa Discografica:

Last Scream Records
     
Erika Muscarella