sabato 27 novembre 2010

MUSE - Absolution

Brano Migliore: Thoughts Of A Dying Atheist
Etichetta: Taste Media

Non ci sono voluti neanche due anni per dare un seguito a "ORIGIN OF SYMMETRY", album che ha reso celebre il giovanissimo terzetto inglese.
"Absolution", questo il suo titolo, una semplice parola, che, da sola, potrebbe significare migliaia di cose.
Penso che sia proprio questo il concetto di quest'album: i suoni sono semplici, ma mai scontati, i testi dapprima appaiono banali e poi… colpo di scena: Matthew cambia tutto per poi trasformarne il significato.
Si parte con "Apocalypse Please" una canzone liricamente in pieno stile Muse, ma che sonoricamente prende chiari spunti psichedelici anni '80.
Ormai non sto neanche a descrivervi la traccia numero tre, ovvero "Time Is Running Out" singolo scelto per il mercato discografico che con quei suoi stupendi passaggi di batteria e con quel suo coinvolgentissimo ritornello è un possibile candidato a "best track".
Le canzoni scorrono e ogni volta che finiscono ne senti la mancanza, senti che ormai nell'aria manca qualcosa, quel qualcosa che prima ti faceva stare cosi' bene…
Succede anche con "Stockholm Syndrome" che ci ricorda quanto troppo spesso, siamo ancora legati a chi in passato ci ha fatto soffrire.
Ma il fulcro del disco lo si ottiene con "Thoughts Of A Dying Atheist" un pezzo musicalmente spinto quanto concettualmente delicato: è infatti la morte l'argomento trattato in questo stupendo episodio.
Rispetto al precedente album il livello tecnico sembra pressoché invariato, fatta eccezione per l'ottimo potenziamento ritmico curato dai tre e soprattuto per la stupenda voce di Bellamy che migliora anno dopo anno.
Li davano per persi, si diceva che erano depressi (e chi non lo è?…) stanchi e senza più voglia di suonare; proprio quest'ultima causa aveva portato alla pubblicazione di "Hullabaloo" raccolta di b-side live che doveva essere, per molti, il "raccogli cocci" della band. Spero che dopo questo capolavoro e dopo la favolosa tournée appena conclusa in Italia la critica nostrana gli dia l'appoggio che DA SEMPRE meritano.


Vale