mercoledì 3 novembre 2010

Sex and the city: The Movie

...eh, no, proprio non potevamo mancare. Noi, "ragazze" a trenta e quarant'anni, non potevamo perdere l'ultimo atto della saga di Carrie Bradshaw. Dopo dieci anni, durante i quali ci siamo abituate ai vestiti firmati, alle scarpe fashion, agli aperitivi che ricordano un po' i nostri, all'andirivieni in tacchi delle quattro protagoniste, la produzione ha deciso di mettere la parola fine, come a ogni favola che si rispetti... alla maniera NewYorkese.
"Sex and The City - The Movie", dal 31 Maggio nelle sale cinematografiche di tutta Italia, promette di essere quel puntatone che abbiamo sempre desiderato, quel sogno che nella vita non si avvera mai come vorremmo e soprattutto una lunga, sfarzosa, esagerata carrellata di abiti e accessori costosi che farebbero gola anche alla più tradizionalista delle donne.
Non ho idea di come siano veramente le adolescenti di oggi, mi limito a guardarle da lontano, ad ascoltare; ma le loro chiacchiere non mi sembrano tanto diverse da quelle che facevo io alla loro età: al centro di tutto c'è sempre e solo Lui, L'Amore, quello che fa sentire le farfalle nello stomaco, quello per cui si sogna e al tempo stesso non si riesce a dormire.
Eppure, di strada le donne ne hanno fatta: dalla libertà sessuale alle pari opportunità (lotta che, soprattutto in materia di stipendi, si prospetta ancora lunga e faticosa), abbiamo conquistato i nostri diritti e vinto molte battaglie. Qualche volta, però, dimentichiamo il diritto più importante: quello di essere e rimanere DONNE, perché non venitemi a dire che siamo davvero tutti uguali. Grazie al cielo, no! E dovremmo andare fiere di quelle innumerevoli differenze che ci distinguono e ci rendono tanto desiderabili agli occhi degli uomini. La fortunata serie "Sex and the City" ha sfruttato proprio questo sentimento di comunanza tutta al femminile, perché c'era bisogno di ricordare alle donne che sono donne:  diventa dunque lecito ridere sulla fissa per gli abiti e le scarpe firmate, per gli aperitivi e le confidenze che solo le donne riescono a condividere in questo modo così profondo e al tempo stesso così giocoso. Allora, benvenga questo finale cinematografico, tripudio del consumismo americano (mondiale?), ma anche specchio del microcosmo che ogni essere umano di sesso femminile si porta dentro. Che sia medico, avvocato, infermiera, scrittrice, intellettuale, musicista, giornalista... "siamo così", come nella splendida canzone di Enrico Ruggeri (che non ringrazieremo mai abbastanza per averci dimostrato quanto un uomo può capirci), e siamo belle, siamo giovani perché ci sentiamo giovani, siamo sexy, e anche quando non sappiamo cosa vogliamo, siamo sempre alla ricerca di quella password che apra la cartella segreta delle nostre lettere d'amore con il nostro Mr. Big.
Se andrete a vedere il film, fatelo per questo motivo e, magari, portatevi le vostre tre più care amiche.
Come ho fatto io.
Erika Muscarella