Fanetti, propone sonorità dark ambient, esoteriche che si avvalgono di un linguaggio antico come il latino e ad atmosfere oscure ed orientaleggianti; una sorta di leggero incantesimo, a tratti inquietante e a tratti rassicurante, in cui l’elettronica si mescola a suoni più naturali e voci tormentate si intrecciano al sonoro. Particolarmente degno di nota il tribute di Marco Grosso a Sting (uno dei musicisti preferiti dell’autore): la cover di “Russians” tratta dall’album “The dream of the blue turtles”, eseguita con le sonorità tipiche di Ouroboros e trasformata in un’esperienza meditativa e profonda (e, visti gli interessi del cantautore inglese per le filosofie orientali e per tutto ciò che sia in grado di penetrare l’anima, non fatichiamo a credere che sarebbe assai gradito omaggio).
Il risultato è nel complesso coinvolgente anche se in alcuni brani apparentemente ripetitivo.
Certamente unico, nel suo genere, per la meticolosa evidente cura della finalità comunicativa, anche subliminale: “Lux Arcana” è l’esempio che spesso si può dire molto anche senza utilizzare le parole.
Erika Muscarella