giovedì 4 novembre 2010

NO ONE KNOWS…WHAT THERE’S BEHIND

Un conto alla rovescia non da scampo alla proiezione dell’ultimo lavoro degli Hapax, dandoci il benvenuto in un disco nitido e ben elaborato. Piccole presenze elettroniche introducono due voci di buona sintonia che si dividono in parti roche e soffocate con melodiche sfumature e non solo (“Drawing the line”, “Live dead”, “Don’t live the life alone”). Curiose ritmiche alla batteria, caratterizzate da scosse più o meno potenti,presenti nei brani “The way of life” e ”Save yourself”, e una chitarra che si dimostra versatile nelle varie canzoni, passando da tratti melodici (“Nothin 4 nothing” e “Good for you”) ad altri decisamente forti e distorti (“V.I.R.U.S.”), ad assoli interessanti e accattivanti (“The moment”). I brani sono caratterizzati dal suono del basso che riesce a proiettare i propri colpi in profondità, specialmente in “I need” e “I’m afraid”. Dodici canzoni tra il crossover e il metal che narrano l’oscurità nella quale la band trae ispirazione che “No one knows what there’s behind” descrive in modo chiaro e conciso.

Roberta Orlando
E’ difficile riuscire a definire il genere musicale a cui appartiene questa band di pazzi bolognesi.
A loro dire e concordo, l’ispirazione parte dal metal, con forti influenze soprattutto nu-metal, simil Limp Bizkit (vedi anche la chiara citazione nella maschera alla Wes di Marty, il chitarrista), rock e cenni al punk. Il risultato è decisamente buono, orecchiabile, non si direbbe che sono i soliti italiani convinti di saperci fare, ma alla fine l’unica cosa che spaccano sono i timpani!
Ovvio, non sono tutte rose e fiori ed io non sono Suor Germana. I testi, per esempio, presentano qualche lacuna sia grammaticale (la maestrina che c’è in me scalpita, non me ne vogliate) sia per i contenuti poco incisivi. Tuttavia, credo che esprimersi in una lingua che non sia la propria abbia soprattutto in questo i suoi svantaggi. L’album è, però, ben bilanciato dalle melodie e dalle voci dei due cantanti e decisamente bravi i musicisti. I brani che a mio parere spiccano sono V.I.R.U.S., Don’t live your life alone e la melodica Nothing for nothing, ovvero quelli i cui ritornelli ti restano nella testa e ti ronzano durante la giornata.
Ho avuto modo di ascoltare il gruppo live e devo dire che il cd non rende loro merito. E’ proprio il caso in cui il live esalta il gruppo, mentre lo studio di registrazione reprime, comprime e deprime. Inoltre, sono ragazzi umili e simpatici, dote rara nelle band anche perché musicalmente, gli Hapax, dal vivo possono davvero “tirarsela” un po’ (non voglio esagerare).
Credo che il prossimo cd sarà meglio curato, graficamente e non solo. D’altro canto se non si inizia in qualche modo, per tentativi ed errori, non si va mai da nessuna parte; nessuno azzecca tutto al primo colpo!
La promozione da parte mia c’è in pieno. Un po’ più di “voi” e ci siete!
          
Sara Capoferri
Tracklist
01. Intro
02. I need
03. V.I.R.U.S.
04. The way of life
05. Drawing the line
06. Nothing 4 nothing
07. Live dead
08. The moment
09. Don’t live the life alone
10. Good for you
11. I’m afraid
12. Save yourself