“Ho un incontro di lama per te” è finalmente qualcosa di innovativo in questo mare di piattume letterario dove tutti tentano di copiare lo stile di altri autori più famosi piuttosto che crearsene uno proprio. Foderaro non ne ha bisogno: la storia dolce, di pelle e di cuore tra il protagonista ed Elis, intesa come prodotto "libro" dotato di incipit e finale, è soltanto un pretesto per raccontare un profondo stream of consciousness tra Londra e Milano, attraverso le lenti personali e caleidoscopiche dell’autore. Il linguaggio è contaminato da termini inglesi in un fluido code-switching* che però non appesantisce il testo, bensì lo arricchisce con pertinenza, accompagnato dai continui numeri da giocoliere che l’autore effettua con le parole, eredità – senza dubbio – del miglior Pinketts. Unico neo, il finale viene liquidato forse un po’ velocemente: peccato, peccato, peccato, perché il libro merita di essere letto anche solo per conoscere questo stile particolare, underground e al tempo stesso pulito, coinvolto, “di pancia”. Bravissimo.
*passaggio da un codice linguistico all'altro. Come vedete, è contagioso.
Erika Muscarella