mercoledì 3 novembre 2010

Giuseppe Foderaro: "Ho un incontro di lama per te"

Giuseppe, il demone, ce l’ha nel sangue. Quel demone che non ti fa dormire la notte, che ti tormenta persino quando sei  a spasso per farti una passeggiata e ti costringe a tornare a casa, chiuderti in una stanza con il tuo portatile e scrivere, scrivere, scrivere finché non ti sei consumato i polpastrelli. Giuseppe è uno scrittore a pieno titolo, anche se non è ancora arrivato alla grande distribuzione: siamo pronti a scommettere che non passerà molto tempo, prima che accada.
“Ho un incontro di lama per te” è finalmente qualcosa di innovativo in questo mare di piattume letterario dove tutti  tentano di copiare lo stile di altri autori più famosi piuttosto che crearsene uno proprio. Foderaro non ne ha bisogno: la storia dolce, di pelle e di cuore tra il protagonista ed Elis, intesa come prodotto "libro" dotato di incipit e finale, è soltanto un pretesto per raccontare un profondo stream of consciousness tra Londra e Milano, attraverso le lenti personali e caleidoscopiche dell’autore. Il linguaggio è contaminato da termini inglesi in un fluido code-switching* che però non appesantisce il testo, bensì lo arricchisce con pertinenza, accompagnato dai continui numeri da giocoliere che l’autore effettua con  le parole, eredità – senza dubbio – del miglior Pinketts.  Unico neo, il finale viene liquidato forse un po’ velocemente: peccato, peccato, peccato, perché il libro merita di essere letto anche solo per conoscere questo stile particolare, underground e al tempo stesso pulito, coinvolto, “di pancia”. Bravissimo.

*passaggio da un codice linguistico all'altro. Come vedete, è contagioso.

 
Erika Muscarella