giovedì 4 novembre 2010

BLOODY MARY - BLOOD'n ROLL

Emozione. Finalmente mi è possibile recensire il tanto atteso album d’esordio dei Bloody Mary, band che abbiamo intervistato e notato poco più di un anno fa e che da quel momento non abbiamo mai smesso di seguire passo per passo. E abbiamo fatto bene. Un po’ perché è impossibile non affezionarsi a questi cinque matti scatenati… ma soprattutto perché la loro musica è destinata a entrarvi nelle vene: prende la strada del cuore e da lì si distribuisce in tutto il corpo, e prende forma, diventa un fuoco, quel “blood” che anima i ragazzi stessi, il loro sound e la loro passione per la musica. Questa è una recensione che si scrive da sola, che li amiamo è un dato di fatto. Ma questo debut, successivo ai già conosciuti EP “Red” e “Rosemadder”, contenente due inediti (“I won’t be unfeeling” e “Judas Spite”) attualmente distribuito in UK (etichetta SIXSIXSIX Records di Dave Pybus ex-Cradle of Filth, prodotto da Tim Frazer) è veramente il colpo grosso, il pugno – piacevole - nello stomaco che ci si aspettava dai Bloody Mary. Il pregio di questa band è sempre stato il saper creare atmosfere, momenti di intima connessione con se stessi alternati a flussi di disinibizione totale che costringono a muovere il corpo, ballare senza mai fermarsi, un’eterna danza che la calda e profonda voce di Aldebran controlla, incita, provoca a suo piacimento, da perfetto e inedito Master di Sonorità.
Le due chitarre di LaMountain e Stranger sono un tratto distintivo del sound di questo gruppo: l’una calda, in background, spesso cattiva, a tratti impertinente, l’altra precisa come un tracciato, melodiosa, ipnotica, si rincorrono sui pezzi, si uniscono, si distaccano, dialogano nel vero senso del termine, accompagnando il ritmo della batteria di Jüerghen e il basso-batticuore denso e pulito di LaRouge, ogni volta con un risultato diverso: Pacato e rassicurante in “Learning to Fly”, sensuale in “Icy Blue” (vera e propria firma, segno di riconoscimento, ceralacca con marchio a fuoco di questo passionale gruppo Milanese), letteralmente amplettico in “Judas Spite”, che dimostra essere una preziosa miniatura nell’economia dell’album, per ritmo e significato. Ottima rielaborazione per quanto riguarda i vecchi successi rimasterizzati , come per esempio “the 2nd chance”, cui la nuova versione non toglie nulla alla precedente contenuta in “Red” ma risulta al contrario arricchita di sonorità che l’ avvicinano di più ai pezzi più recenti e all’evoluzione sonora della band.
Una ‘menzione speciale’ va ai testi: la pronuncia di Aldebran non ha praticamente sbavature, le lyrics sono corrette e per nulla scontate e talune espressioni non faticano ad essere introiettate (io stessa mi sono ritrovata a utilizzare inconsciamente frasi come “give you ten coins to steal my ignorance” in alcuni miei stream of consciousness) e utilizzate per la loro estrema icasticità e comunicatività.
Al termine dell’ascolto di questo primo incredibile lavoro cui auguriamo la fortuna che merita, l’unico appunto è riassumibile solo così: “ma come, già finito???”



TRACKLIST:

  1. Icy Blue
  2. Drops
  3. I won't be unfeeling
  4. Cease to Burn
  5. It's too late
  6. Judas spite
  7. The 2nd chance
  8. Learning to fly
  9. Little sister
  10. Before the rain

BLOODY MARY are:
Aldebran – vocal chords
Stranger – guitar
LaMountaine – guitar
LaRouge – bass
Jüerghen - Drums
 

Sito ufficiale:
www.bloody.it
Management:
Kick Agency
Casa Discografica:
Six Six Six Records
 

Erika Muscarella